• Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 07 Dicembre 2025

    Le persone pregano Dio per ottenere la Sua Grazia e le Sue benedizioni, ma prima dovrebbero conquistarsi il diritto a riceverle.

    Ecco un piccolo esempio. Quando le persone viaggiano in autobus, la persona che sale per prima si siede sul primo posto, mentre quella che sale per ultima si siede sull’ultimo posto. Però, al momento di scendere dall’autobus, la persona seduta all’ultimo posto scende per prima e quella seduta al primo posto scende per ultima. In questo modo, la persona che sale sull’autobus per prima vi rimane per un periodo più lungo. Inoltre, se ha con sé un bagaglio con degli oggetti di valore, ha il tempo di raccoglierli con cura. Questo si chiama prapti (essere meritevole). Una persona con purezza di mente possiede tale condizione meritevole.

    Pertanto, l’uomo dovrebbe lavare via i pensieri impuri dalla propria mente e colmarla di pensieri sacri. Soltanto allora potrà ottenere Jnana Drishti (visione della saggezza), che gli permetterà di vedere l’universo come la fulgida forma cosmica di Dio.

    — Discorso Divino del 18 Aprile 1996


    Piangete per il Signore, proprio come piansero Sakkubai e Mira, incapaci di sopportare il dolore della separazione. Esse poterono avere la Sua visione e ottenere la Sua Grazia soltanto in virtù di un desiderio così ardente.

    Con Amore,
    Baba

  • Sri Sathya Sai Guru

    L’uomo e la divinità dimenticata

    L’Advaita Vedanta, la scuola non dualistica della filosofia indù basata principalmente sugli insegnamenti di Śaṅkara, afferma che l’uomo è divino; ovvero, che è Dio e che deve solo ritornare a rendersene conto.

    La realtà ultima e assoluta è Brahman. Brahman è non-duale, trascendente, immutabile, infinita Coscienza-Esistenza-Beatitudine, Sat-Cit-Ānanda. Questo Brahman non è “un dio” personale, bensì il substrato di tutto quello che esiste. È l’Identità Assoluta.

    L’essenza più intima di ogni essere, il Sé o Ātman, non è il corpo, la mente o l’ego individuale. L’Ātman è identico a Brahman. La nota affermazione “Tat Tvam Asi – Quello tu sei“, espressa nei Veda (Mahāvākya), esprime proprio questo: la tua vera natura è Quello, è il Divino/Brahman.

    Se siamo già Dio/Brahman, perché non lo sperimentiamo? Perché viviamo come individui limitati, sofferenti e separati?

    L’Avidyā, o ignoranza metafisica, è la risposta perentoria fornita dall’Advaita. È il velo di Māyā, o potere velante, che ci fa identificare erroneamente con il corpo-mente (l’ego, o jīva), proiettando il senso di individualità e la molteplicità del mondo.

    Il “ritorno” è la Realizzazione. Non si tratta di un viaggio fisico o di un’evoluzione verso qualcosa di esterno, bensì di un processo di rimozione delle identificazioni e auto-conoscenza (jñāna), attuato mediante l’indagine discriminante su “chi sono io?“. La devozione e le pratiche spirituali, o yogiche, fanno da supporto a tale processo finalizzato a rimuovere l’ignoranza metafisica. Rimosso lo strato velante, ci si “rende conto” – si realizza, per l’appunto – quello che si è sempre stati: Brahman.

    Spesso, l’esempio che si porta per “abbozzare” una sorta di spiegazione soddisfacente per una mente che pretende di conoscere quello che è al di là della sua portata, ossia la Realizzazione, è il seguente: è come svegliarsi da un sogno in cui si era dimenticata la propria vera identità.

    L’affermazione “l’uomo è già divino” non significa che la propria individualità, i propri desideri o il proprio ego siano Dio. Quello è il jīva, l’individuo apparente. La divinità è l’Ātman, il Sé nascosto dietro la cortina dell’ego. Pertanto, dire “io sono Dio” con l’ego è, per l’Advaita, il massimo dell’ignoranza.

    Proprio come un contadino utilizza gli appropriati attrezzi per arare, seminare e coltivare le sue colture al fine di conseguire l’obiettivo, il raccolto, allo stesso modo il sadaka, o ricercatore spirituale, si avvale di specifici mezzi per rimuovere la sua ignoranza metafisica. Tali mezzi sono la devozione e i rituali prescritti dal cammino che intende seguire. Possono essere la preghiera, la recitazione di mantra, posture psicofisiche, auto-analisi, meditazione e satsang – ossia, la compagnia dei pii. Tutti questi mezzi, di per sé, non assicurano la Liberazione e l’Illuminazione, ma sono fondamentali alla propensione interiore di “raggiungere” il supremo scopo.

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 06 Dicembre 2025

    Non ci si deve esaltare per il piacere, né affliggersi per il dolore. Occorre sviluppare lo spirito di equanimità per progredire nella vita. Samatwam (equità) è essenziale affinché samajam (società) possa progredire. Sukhaduhkhe samekrutva labhalabhau jayajayau – si dovrebbe restare equanimi nella felicità e nella sofferenza, nel guadagno e nella perdita, nel trionfo e nel fallimento. Tuttavia, l’uomo, pur godendo di tutte le comodità e i piaceri, non riesce a sopportare nemmeno una piccola difficoltà. Si turba e si angoscia per il minimo problema!

    Se chiedete a una persona benestante se è felice, cosa risponderà? Vi dirà: “Signore, non ho carenza di denaro. I miei figli sono ben sistemati nella vita. La mia casa è ben arredata con tutte le comodità e le convenienze. Ho tutto nella vita, tranne la pace della mente!

    Come si può ottenere la pace della mente? È possibile solo quando si realizza la propria divinità interiore. Perché non riusciamo a sperimentare la pace? Dove sta l’errore? Chiediamo continuamente agli altri: “Chi siete?” Ma non ci sforziamo di indagare dentro noi stessi: “Chi sono io?” Lì, sta l’errore. Una volta che realizzeremo chi siamo veramente, saremo liberi per sempre da dolori e difficoltà.

    — Discorso Divino del 23 Novembre 2005


    Si dovrebbe guardare dentro sé stessi per trovare la pace, e farlo con una mente purificata.

    Con Amore,
    Baba

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 05 Dicembre 2025

    Non lasciatevi appesantire dal sentimento che la condizione umana sia debole e soggetta a illusioni e ignoranza. Non è cosa facile nascere come essere umano. Se, tuttavia, non si realizza la propria vera natura e si immagina che Dio sia nel mondo esterno, questo è segno di completa ignoranza. Pertanto, senza perdere tempo, dedicatevi ai vostri doveri e intraprendete il cammino verso la realizzazione di Dio. Se desiderate adorare Dio, adorateLo unicamente nella forma umana. Tutte le altre forme sono artificiali e creazioni dell’immaginazione. Sono prodotti dell’illusione. Finché permane bhrama (illusione), Brahman non può essere esperito.

    Numerose persone descrivono Dio in molteplici modi. Anche le scritture Lo descrivono in diversi modi. Gli esegeti si accontentano di recitare tali descrizioni, ma non cercano di fare esperienza del Divino.

    Qual è la forma del Divino? Se desiderate vedere il Divino, la forma che concepirete sarà solo una caricatura. Considerate la vostra stessa forma come una manifestazione del Divino. Stimate voi stessi come divini. Rispettate gli altri. Amate voi stessi e amate gli altri. Questa è la vera adorazione.

    — Discorso Divino del 23 Novembre 1988


    Il microcosmo contiene in sé il macrocosmo, poiché microcosmo e macrocosmo sono manifestazioni dell’Unica Realtà.

    Con Amore,
    Baba

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 04 Dicembre 2025

    Questo mondo è la giungla nella quale voi vagate; la paura è il leone che vi spinge sull’albero del samsara — le attività mondane. L’ansia è l’orso che vi terrorizza e segue i vostri passi nel samsara; così, scivolate giù negli attaccamenti e nelle azioni vincolanti, attraverso le radici gemelle della speranza e della disperazione. I due topi sono il giorno e la notte che rosicchiano la durata della vita.

    Nel frattempo, cercate di afferrare un po’ di gioia dalle gocce dolci dell’egoismo e del senso del ‘mio‘. Scoprendo, infine, che le gocce sono insignificanti e irraggiungibili, gridate nell’agonia della rinuncia, invocando il Guru. Il Guru appare, sia dall’interno che da altrove, e vi salva dalla paura e dall’ansia. Quando chiamate con tutta sincerità, la risposta giungerà certamente.

    Non pregate con le labbra, come fate ora, dalla stanza della Puja, che non è altro che un angolo della cucina; adorate il Signore con un occhio rivolto ai piatti che cuociono in forno, con il naso che inala avidamente il profumo dei curry in ebollizione. Rinunciate a tutti i bassi desideri e invocate col cuore angosciato.

    — Discorso Divino del 24 Novembre 1965

    Il Nome del Signore deve essere sempre pronunciato con gioia, gratitudine, esultanza, consapevolezza dell’unicità e dello splendore. Ditelo con amore, ditelo con sincero anelito.

    Con Amore,
    Baba

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 03 Dicembre 2025

    Ogni essere umano deve essere considerato un Avatar, poiché ognuno possiede in sé un qualche aspetto del Divino. È perché egli discende dal Divino che ha diritto ad essere chiamato Avatar. Dio non dona all’uomo una visione separata del Divino in alcun’altra forma.

    Elefanti, topi o esseri umani sono forme simili a recipienti. Quando vanno all’oceano della Divinità si riempiono dell’acqua della Divinità secondo la propria forma. Le forme possono essere differenti, tuttavia l’acqua che contengono è l’essenza della Divinità. Ecco perché si dice che lo stesso Dio si trova in tutti gli esseri umani.

    Non è necessario recarsi in un luogo diverso alla ricerca di Dio. Onorate ogni essere umano. Mostrate Amore verso ogni persona. L’Amore non è un raccolto che può essere coltivato sulla terra, né una merce acquistabile in un negozio. Sia che si tratti di un potentato o di un comune mortale, solo quando si abbandona l’orgoglio egoistico e si è pronti al sacrificio, l’Amore fiorirà dentro di sé.

    — Discorso Divino del 23 Novembre 1988


    Il vasto mondo che vediamo è la forma cosmica e divina di Dio. Ma esso ci appare mondano perché lo osserviamo con una visione mondana.

    Con Amore,
    Baba

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 02 Dicembre 2025

    I Veda, gli Shastra (scritture) e i Purana (testi mitologici) propongono molti ideali di vita. Tuttavia, il loro principio fondamentale è l’unità o l’unicità nell’apparente diversità. Ekam Sat Viprah Bahudha VadantiLa Verità è una, ma i saggi la chiamano con nomi diversi. Questo principio unificato, ovvero l’Atma, è presente in tutto il corpo, dalla testa ai piedi.

    Ecco un piccolo esempio. Supponete di coprire una candela accesa con un vaso in cui sono stati praticati dieci fori. A causa di questi dieci fori, la stessa singola fiamma appare come dieci fiamme diverse. Ora, coprite il vaso con un panno spesso e non vedrete alcuna fiamma. Potreste pensare che non ci sia alcuna fiamma, ma questo è un errore. Non state riconoscendo la luce dell’Atma che è sempre presente nel vostro stesso corpo. Il Param Jyoti (la Suprema Fiamma Divina) viene dimenticato e come risultato l’uomo si trova ad affrontare afflizioni e tribolazioni.

    Essa vi è invisibile nonostante la sua presenza ardente perché l’avete coperta con il panno spesso del Tamo Guna (qualità dell’inerzia). Quando il panno viene rimosso, vedrete dieci fiamme. E quando il vaso del Rajo Guna (qualità della passione) viene rotto, ciò che rimane è la stessa singola fiamma, che è onnipresente.

    — Discorso Divino del 08 Maggio 1997

    L’uomo deve trascendere i Guna per realizzare il suo vero Sé.

    Con Amore,
    Baba

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Daily Sadhana del 01 Dicembre 2025

    Potete intraprendere qualsiasi compito, ma non pregate Dio per il compimento dell’incarico assunto. Piuttosto, lasciate tutto alla Sua Volontà. Abbiate piena fede che Egli farà quello che è bene per voi. PregateLo dicendo: “Oh Dio, ti prego, prenditi cura dei nostri bisogni in ogni momento della nostra vita“. Quando svolgete i vostri doveri, abbandonando ogni cosa alla Volontà di Dio, otterrete certamente successo nelle vostre azioni.

    — Sri Sathya Sai Baba, 25 Dicembre 2004

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 01 Dicembre 2025

    Considera, oh uomo, se tu provi alcuna gioia duratura dal tuo affanno, dalla tua levata al mattino sino al momento in cui ti corichi alla sera, una fatica incessante e senza limiti, un affanno che spesso non ti concede neppure un attimo per richiamare alla mente lo splendore e la maestà di Dio! Non c’è da meravigliarsi, sebbene Dio sia ovunque, che coloro che Lo hanno visto siano pochi e rari.

    Govinda, come dice il proverbio, appartiene a tutti, ma sono ben pochi quelli che Lo rivendicano come tutto loro. In migliaia esaltano la bellezza e la maestà di Dio in splendide prose o poesie, ma solo poche contate anime condividono la Sua Grazia. Infatti, la dolcezza dell’ambrosia è nota solo a coloro che la pongono sulla lingua, non a coloro che la raccolgono in coppe, scrigni o addirittura barili!

    Vi furono tre mistici dell’Andhra che ebbero il nettare sulla lingua, per così dire, e poterono quindi cantare l’estasi che sperimentavano, il Dio che realizzarono. Essi furono Potaraju, Goparaju e Tyagaraju (Pothana, Ramadas e Tyagaraja). Essi erano costantemente consapevoli del Principio Divino, dell’ordito e della trama, della causa e dell’effetto, dell’inizio e della fine dell’intero cosmo. Non si discostarono neppure un poco dal sentiero della devozione e dell’assorbimento in Dio. Erano convinti di non potersi affidare a nessun altro se non a Lui, come Signore e protettore.

    — Discorso Divino del 30 Luglio 1978


    Se il devoto ha dedicato tutto sé stesso – corpo, mente ed esistenza – al Signore, sarà Egli stesso a prendersi cura di ogni cosa.

    Con Amore,
    Baba

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Daily Sadhana del 30 Novembre 2025

    La ricerca di Dio non significa fare bhajan, japa, adorazione e attività simili. Queste sono soltanto mezzi per raggiungere la concentrazione mentale e ridurre i desideri e le avversioni.

    Perché gridare chiedendo: “Dove è Dio?
    Egli risiede nel cuore.

    Rendete servizio e ricevete amore.
    In questo modo sperimenterete la beatitudine della realizzazione del Sè.

    — Sri Sathya Sai Baba, 17 Novembre 1985

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 30 Novembre 2025

    La scuola è sempre una dimora di Dio. Trattarla come un caravanserraglio, una prigione o una casa di correzione, è sacrilegio. Trattatela come un luogo sacro, dove Saraswati, la divinità che presiede alla conoscenza e alle arti, è presente e viene adorata. Allora, in quell’atmosfera di riverenza, gli alunni si modelleranno in esempi degni per il mondo intero. Prendendosi cura in questo modo, l’insegnante manifesterà un amore intelligente verso il bambino. Stimolerà gli alunni ad armonizzare la loro condotta con l’atmosfera sacra della scuola.

    Dopotutto, anche la madre del bambino può ignorare alcune sue mancanze o persino apprezzare certe sue particolarità, ma gli insegnanti devono essere abbastanza vigili da rilevarle e correggerle con dolce e soave persuasione.

    L’alunno certamente ascolterà e obbedirà, se percepirà la sincerità che sta dietro l’amore dell’insegnante. Se, invece, l’insegnante predica l’amore ma si comporta come se non ne avesse, la persuasione non avrà successo.

    — Discorso Divino del 30 Luglio 1978


    La radice è l’educazione, e il frutto è la virtù. Diversamente, tutta l’istruzione è una perdita di tempo e denaro.

    Con Amore,
    Baba

  • Sri Sathya Sai Guru

    Il seme e l’albero

    Nel viaggio che conduce alla meta naturale dell’uomo, la realizzazione del Sè, ci sono due costanti obiettivi: l’illuminazione vera e propria, quella che anticipa la Liberazione, e le piccole illuminazioni intermedie, ossia piccole liberazioni. Questo concetto viene spesso metaforizzato con una scala, la cui interezza rappresenta l’elevazione del percorso spirituale verso il fine ultimo della vita, mentre i singoli pioli, o gradini, simboleggiano le piccole illuminazioni. Le storielle zen si prefiggono di favorire tali piccole illuminazioni, precursori di quella finale.

    Le storielle zen, non vanno paragonate alle brevi storielle, le Chinna Katha, raccontate da Sri Sathya Sai Baba.

    In linea generale, le Chinna Katha sono racconti a carattere pedagogico, finalizzate a comprendere un principio morale, etico o interiore attraverso un episodio semplice. Le storielle zen, koan o aneddoti di maestri zen, sono spesso paradossali o aperte, destinate a far superare la logica ordinaria, provocando, di conseguenza, un’intuizione immediata, una piccola illuminazione, o satori. Il significato della storiella in sé non viene esplicitamente espresso.

    Sempre il linea generale si potrebbe dire che le prime sono propedeutiche alla condizione richiesta dalle seconde. Le Chinna Katha instradano l’individuo alla riflessione, a renderlo pronto a cogliere quello che ha sempre avuto davanti agli occhi, pur senza rendersene conto, poiché limitato dalla logica mondana. Lo zen tenta di indurre quello che si chiama lo shock illuminativo, puntano a scardinare i concetti e sospendendo il giudizio.

    Il maestoso albero, le cui fronde donano frescura e riposo al viandante, nasce da un piccolo seme. Oh uomo, siediti ai piedi dell’albero e realizza il seme!

    La prima parte di questo koan descrive un fatto naturale, semplice e incontrovertibile. Il maestoso albero imponente, che offre riparo e conforto, ha un’origine umilissima: un piccolo seme. Chiunque sa che l’albero nasce da un seme. Questa è la logica formale: il velo da squarciare che tutti abbiamo davanti agli occhi.

    La seconda parte è l’istruzione, il cuore del koan. Il maestro si rivolge direttamente al discepolo, di riflesso anche a noi, e lo invita ad un’azione paradossale: sedersi sotto l’albero per “realizzare il seme“, non per godere solo della frescura e dell’ombra, ossia i “frutti” dell’albero.

    La scena nel suo complesso ci comunica anche qualcos’altro di importante: in entrambi i casi – rappresentati dal viandante, o mondo fenomenico, e dal meditante, o cammino spirituale – si deve essere nei pressi dell’albero, ovvero frequentare il giusto ambiente, o atmosfera, che induca il viandante a diventare meditante, e il meditante a raggiungere lo scopo.

    L’albero simboleggia quella zona in cui l’aderenza alla morale, all’etica e ai Valori Umani favoriranno nell’uomo che li addotta a trasmutarsi in un ricercatore e a superare anche tale stadio.

    Un altro insegnamento implicito è relativa al culto e alla ritualità. Questi non devono essere considerati il fine, ma solo i mezzi necessari a provocare la trasmutazione, l’avanzamento spirituale. In altri termini, la riduzione degli strati che velano la propria vera natura.

    In tutto questo, dove trova posto il Maestro?
    Il Maestro non rientra nella scena. Egli è la voce fuori campo. Egli è al di là della mondanità e della strada atta a trascenderla. Egli è il richiamo della Meta. È per tale motivo che non si diventa mai davvero Uno con il Maestro: dopo essersi identificati con Lui, abbandonando l’individualità si è una cosa sola con Lui. L’onda emersa dall’Oceano si riimmerge in esso. L’individualità è pura illusione. Nulla si è davvero mosso. Il seme e l’albero sono mutevoli, quindi apparenti. Nel silenzio interiore, messa da parte la mente, si lascerà affiorare il principio che si cela dietro la loro apparenza.

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 29 Novembre 2025

    Che cos’è, secondo voi, il servizio? Voi ritenete che aiutare le persone in difficoltà sia servizio. No. Non è così semplice. Il vostro corpo dovrebbe essere costantemente impegnato nel servire gli altri. Il corpo umano è composto da diverse membra. Tutte queste membra sono destinate ad essere impiegate nel servire i vostri simili e non per altre attività. Purtroppo, stiamo dimenticando questo fatto fondamentale.

    Ogni arto del corpo umano è stato concesso da Dio per il karmopasana (adorazione di Dio mediante il servizio). Il karmopasana è l’unico mezzo attraverso il quale la vita umana può essere santificata. Costruiamo diversi templi. Intraprendiamo varie sadhana. Ma tutto questo può darci solo una soddisfazione temporanea, non una gioia eterna.

    I nostri antichi rishi sono stati in grado di raggiungere la gioia eterna attraverso uno sforzo consapevole. Pertanto, dovete sviluppare una salda fede nella verità che nulla può offrire gioia eterna se non il servizio all’umanità. Intraprendete il servizio all’umanità sofferente.

    — Discorso Divino del 01 Gennaio 2004


    Il Signore amerà soltanto coloro che amano gli altri. Se desiderate conquistare l’Amore del Signore dovete necessariamente amare gli altri.

    Con Amore,
    Baba

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Daily Sadhana del 28 Novembre 2025

    Il servizio è il mezzo primario per acquisire la Grazia divina. Non si può diventare un valido leader senza essere un devoto seguace. Senza essere un kinkara (colui che è pronto a compiere qualsiasi lavoro), non si può diventare un sankara (il divino). Ognuno deve realizzare questa verità. Il servizio alla società è il più elevato bene.

    — Sri Sathya Sai Baba, 17 Novembre 1985

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 28 Novembre 2025

    Ogni cosa che esiste in questo mondo oggettivo è temporanea e irreale. Pertanto, dobbiamo contemplare l’eterna Verità e Realtà. Non si dovrebbe sprecare il proprio tempo rimuginando sul passato o anticipando il futuro. È una grande follia preoccuparsi del futuro o del passato, dimenticando il presente. Solo il presente è reale. Il passato è passato; non potete riaverlo indietro, per quanto possiate pregare per esso. Il futuro è nascosto nel grembo del tempo. Non è possibile visualizzarlo. Ne consegue che solo il presente è importante.

    Non riuscendo a realizzare questa verità, le persone si preoccupano del passato e del futuro. L’attività principale a cui l’uomo dovrebbe dedicarsi è il servizio ai propri simili. Invece, stanno sprecando il loro prezioso tempo preoccupandosi del passato o del futuro.

    Dunque, Incarnazioni dell’Amore!
    Dovreste sempre impegnarvi nel servizio ai vostri simili. Non vi è sadhana (esercizio spirituale) più elevata di tale servizio.

    — Discorso Divino del 01 Gennaio 2004


    Dobbiamo costantemente impegnarci nel servizio al prossimo. Dio ci ha dato questo corpo esclusivamente a tale scopo.

    Con Amore,
    Baba

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 27 Novembre 2025

    La ricchezza può venire e andare. La forza può crescere o decadere. Tutte le cose nel mondo possono svanire. Tuttavia, una cosa è imperitura e immutabile: è l’Amore Divino permanente. Tutte le altre forme di amore non sono affatto vero amore. Sono attaccamenti temporanei e mondani, basati su desideri fisici, comunitari o di altro tipo. Il vero Amore è collegato unicamente all’hridaya (cuore).

    L’uomo di oggi non sta coltivando un tale Amore immutabile e duraturo. Egli sta sprecando la propria vita perseguendo attrattive temporanee. Vagando senza meta alla ricerca di piaceri effimeri e triviali, l’uomo è immerso in ogni sorta di afflizioni. Egli può scoprire il proprio vero sentiero solo cercando l’illuminazione spirituale.

    Spiritualità non significa compiere rituali di adorazione. Essa richiede la rimozione dei tratti animaleschi nell’uomo. Solo allora sorgeranno in lui sentimenti sacri. Questa è la vera spiritualità. Considerate tutti gli esseri come figli di Dio. Non nutrite malanimo verso nessuno. E proprio a causa dell’odio e dell’inimicizia che l’umanità è sprofondata nella violenza e nello spargimento di sangue.

    — Discorso Divino del 23 Novembre 1993

    Uno dovrebbe donare liberamente il proprio amore agli altri e ricevere amore in cambio. Questo è il profondo significato della vita umana.

    Con Amore,
    Baba

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Daily Sadhana del 26 Novembre 2025

    Il karma yoga insegna come devono essere compiute le azioni. Esso prescrive il dovere per il dovere. Rende l’uomo capace di riconoscere l’immagine del divino in lui stesso. La retta azione e il controllo dei sensi sono essenziali per la coltivazione dell’Amore universale e della bontà. Sono il fondamento per una vita buona.

    — Sri Sathya Sai Baba, 17 Novembre 1985

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 26 Novembre 2025

    Il cuore è la sorgente della gioia. Quella sorgente deve essere sollecitata mediante la costante meditazione, la recitazione e la dimora intermittente sulla Gloria, la Grazia e le inesauribili manifestazioni del Signore: smarana, chintana e manana. Attenetevi saldamente alla meta; il bhakta (devoto) non deve mai voltarsi indietro. Non cedete mai al dubbio o alla disperazione.

    Una persona che guida un’automobile si concentra sulla strada, poiché desidera salvare sé stessa e gli altri da un incidente. La paura è quella che induce, nel suo caso, la concentrazione unidirezionale. L’Amore è una forza ben maggiore per ottenere la concentrazione. Se avete Amore saldo e risoluto, la concentrazione diviene intensa e incrollabile. La fede si sviluppa in Amore, e l’Amore si traduce in concentrazione. La preghiera è possibile e comincia a dare frutto in tali condizioni.

    Pregate, usando il Nome come simbolo del Signore; pregate mantenendo tutte le onde della mente placate. Pregate come adempimento di un dovere per la vostra stessa reale esistenza, come unica giustificazione per la vostra venuta al mondo in qualità di esseri umani.

    — Discorso Divino del 23 Novembre 1961


    Possiamo ottenere la beatitudine eterna sviluppando una relazione permanente con Dio, che è eterno e immutabile, non con le relazioni mondane.

    Con Amore,
    Baba

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 25 Novembre 2025

    Dovete dedicarvi alla sadhana – una continua e consapevole sadhana (pratica spirituale). Il simbolo sulla Bandiera di Prashanti deve essere chiaramente compreso da tutti.

    Sconfiggete il desiderio, la collera, l’odio, e muovetevi nell’immensità dell’Amore equanime e imparziale verso tutte le cose create, e allora sarete idonei allo yoga (comunione interiore con il Divino), che schiuderà i petali del vostro cuore. Allora, dal profumo e dalla bellezza di quel loto emergerà la fiamma della jnana (saggezza spirituale), che dissiperà la maya (illusione del mondo) fino a quando voi e la jyoti (fiamma) diverrete una cosa sola.

    È quando vi avvicinate alla fiamma che essa appare in tutta la sua maestà, in tutta la sua travolgente grandezza. Supponete di vederla piccola, cosa indica questo? Non che essa sia piccola, ma che voi siete lontani! Ricordate, il Sole e la Luna appaiono enormi e più grandi delle stelle, perché sono vicini, mentre le stelle sono lontane. Avvicinatevi al Signore e realizzatelo com’è grande; non restate lontani a blaterare che Egli è piccolo!

    — Discorso Divino del 23 Novembre 1961


    La purezza di cuore e il dominio sui sensi – se possedete queste due credenziali, la Grazia è un vostro diritto.

    Con Amore,
    Baba

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Daily Sadhana del 24 Novembre 2025

    Oggi migliaia di persone si sono riunite qui (per festeggiare il compleanno). Cosa le ha riunite? L’Amore è la ragione principale. Senza Amore, pochi di voi sarebbero venuti da luoghi tanto lontani. Come si esprime questo Amore? È un processo di dare e ricevere. Dovete ricevere l’Amore di Dio e offrire il vostro amore. Ma entrambi sono lo stesso Amore. L’Amore di Dio si riflette in voi.

    — Sri Sathya Sai Baba, 23 Novembre 1996

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 24 Novembre 2025

    Abbiate Amore e ananda (beatitudine divina) nel vostro cuore. L’ananda scaturisce dalla vista pura, dall’udito puro, dalla parola pura e dalle azioni pure. Il giorno in cui vi stabilirete in questa ananda, quel giorno sarà il Mio Compleanno per voi.

    L’Avatar (Incarnazione Divina) è l’Atma-shakti (potere dell’Anima Suprema) che ha indossato il manto della kriya-shakti e della yoga-shakti (potere dell’azione e potere della comunione Divina). Generalmente, l’Avataraṇa (il processo dell’incarnazione) è descritto come una ‘discesa‘ da uno stato superiore a uno inferiore. Ma, no! Quando il bambino nella culla piange, grida e implora aiuto, la madre si china e lo prende tra le braccia. Il suo chinarsi non può essere descritto come una ‘discesa‘.

    Se guadagnate i requisiti necessari, l’Incarnazione verrà a salvarvi. Se, al contrario, moltiplicate i vostri demeriti e discendete sempre più in basso, come potete essere salvati?

    — Discorso Divino del 22 Novembre 1978


    Diventate consapevoli dell’Unità del genere umano; promuovete con amore e servizio la gioia e la contentezza di tutti sulla terra e colmate i vostri cuori di tale aspirazione. Allora, esso diventa il Sai Mandir. Da quel momento Io sono dove voi siete.

    Con Amore,
    Baba

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Daily Sadhana del 23 Novembre 2025

    State sicuramente pensando al regalo che dovete offrire a Swami per questo Compleanno. Potete rallegrarvi di aver offerto a Swami un dono appropriato solamente quando amate i vostri simili, condividete le loro sofferenze e vi impegnate a servirli. Questo è l’unico regalo che desidero. Il dono offerto a Dio deve essere Amore puro, costante e altruistico.

    — Sri Sathya Sai Baba, 23 Novembre 1982

  • Sri Sathya Sai Guru

    Devoti presenti, devoti determinati, devoto risoluto

    Oggi, in tutto il mondo i devoti di Sri Sathya Sai Baba – l’Avatar della nostra era, il Kali Yuga – festeggiano il Centenario del Suo Avvento.

    Da un punto di vista storico, il Centenario è l’occasione per prendere coscienza di un avvenimento di straordinaria importanza, che va ben oltre alla mera materialità con cui gli storici tentano di catalogare e spiegare il susseguirsi degli eventi. Essi non contemplano che tali eventi siano governati da qualcosa che li trascende, poiché lo scopo dell’esistenza umana è quello di condurre ogni singolo individuo al “conosci te stesso“. Quale senso avrebbe, infatti, la nostra presenza in questo mondo se non per tale finalità? A cosa servirebbero le varie esperienze, belle o brutte che siano, se poi colui che le sperimenta non potesse trarne beneficio oltre questo piano esistenziale? Per quale motivo si dovrebbe condurre una vita retta, anziché immorale o anarchica, se non esistesse un prima e un dopo? Il mondo attuale impone un dogma che fatica esso stesso a sostenere. Nel profondo, ogni essere umano avverte di essere figlio dell’eternità, pur non riuscendo a spiegarselo.

    Da un punto di vista spirituale, invece, il Centenario non ha un valore rilevante. Quale valore può assumere una data in rapporto all’eternità? Qualsiasi data, in quanto tale, enfatizza la dualità, l’illusione di un prima e di un dopo in rapporto ad un fuorviante senso del presente spesso accreditato come “qui e ora“.

    Da un punto di vista prettamente devozionale, il Centenario è un momento di immenso valore, a patto di non ridurlo a semplice ritualità: canti, conferenze e servizio, con l’intento di convergere l’attenzione su sé stessi, o sulla piccola cerchia che guida la comunità!

    A tale proposito, illuminante è la secca risposta che diede Baba quando gli fu chiesto perché i Centri si stessero svuotando. “Perché sulla puja è stato installato l’ego“. Vale a dire: i Centri Sathya Sai si ripopoleranno nel momento in cui dalla puja sarà sfrattato l’ego e riposizionata la divinità.

    Pertanto, il Centenario si impregna di un immenso valore interiore quando viene visto e vissuto come meta del pellegrinaggio e non come occasione di una festa, la quale troverebbe giustificazione esclusivamente sotto la parvenza di una logica partorita dal proprio ego.

    Cos’è un pellegrinaggio?
    In parole povere, il pellegrinaggio è un “viaggio” effettuato in contemporanea su due livelli: interiore e fisico. Sul piano interiore richiede una trasformazione coscienziale, che include almeno l’abbandono di certe basse qualità e tendenze, mentre sul piano fisico, implica il dominio sul corpo e i suoi capricci, ad iniziare dal controllo su lingua e pensieri spesso troppo libertini.

    Vada da sé che, se al pellegrinaggio si attribuisce valore, non lo si improvvisa, ma ci si prepara per tempo.

    Se il Centenario fosse stato visto al pari di un pellegrinaggio, molto probabilmente non lo festeggeremo disuniti, o – giocando con parole e concetti – in diverse unità non proprio amichevoli fra loro. Eppure, quello stesso Maestro che accomuna queste “varie unità“, il 23 Novembre 1990, disse:

    Coltivate l’Amore dentro di voi. Considerate tutta l’umanità con sentimenti fraterni. Riconoscete tutti come figli di Dio. Non provate rancore o odio nei confronti di nessuno. Non ferite i sentimenti di chicchessia. Solo un atteggiamento così di gran cuore vi conferirà una felicità senza limiti. Se state celebrando il Compleanno di Swami, questo è tutto quello che desidero da voi. Siate uniti fra voi“.

    Se ci guardassimo con onesta serenità, noteremo che la maggioranza assoluta dei devoti Sai non è unito e ha poca o nessuna effettiva intenzione di lavorare per conseguire l’unità. Prediligono l’aggregazione, ma non l’unità. Faticano ad attuare il rispetto e il dialogo con la diversità, nonché l’opportunità che questa offre.

    Molti devoti non manifestano alcuna volontà di ridurre le distanze verso la loro controparte, non dimostrano alcuna propensione alla riflessione in merito al loro operato. Al limite si conformano sottostando alla riprova sociale di altri devoti che considerano più influenti, che esercitano una sorta di autorità. Questo atteggiamento, oltre a non è dharmico, è tipico di chi non è avvezzo all’auto-analisi, al mettersi in gioco per elevarsi spiritualmente, per vincere sé stesso.

    Diversi devoti con cariche di rilievo, nell’espletare le loro mansioni dichiarano di sentire il peso della responsabilità. Se si fermassero a riflettere qualche momento si accorgerebbero di definire “responsabilità” il loro ego. È lui a non permette loro di godere della leggerezza del servizio che hanno l’onore di svolgere, né di poter dare contestualmente un sano esempio di abnegazione nell’adempierlo.

    In tutti questi casi non ci si accorge che si sta “usando” il Maestro come sfondo per far risaltare sé stessi e nel farlo si nega pure l’evidenza.

    Alla luce di tale realtà, con quale credibilità possiamo portare avanti la Sua Missione?

    Cento giorni fa si proponeva una precisa domanda: Come ci presentiamo al Centenario?
    Cinquanta giorni dopo se ne proponeva una seconda: Se ci chiedesse il perché di certe cose, cosa mai potremmo risponderGli?

    Domande riflessive, queste, finalizzate ad invitare i devoti a non concedere eccessiva importanza al Centenario in sé, ovvero, al suo aspetto mondano dispersivo; bensì di viverlo come un pellegrinaggio focalizzato sulla volontà di una progressiva trasformazione che riduca certi impeti, elimini alcuni vizi, corregga talune tendenze.

    Swami stesso ha più volte ribadito l’importanza delle festività e dei riti; però, ha pure dichiarato la loro inutilità nel caso in cui il devoto trascuri l’auto-analisi e la padronanza sulla propria mente, ossia gli strumenti principe del ricercatore spirituale.

    L’attività prioritaria dei devoti dovrebbe essere studiare i Testi sacri, i Discorsi Divini di Bhagawan e ascoltare aneddoti, meditandoli a fondo, soppesando ogni parola, frase, concetto, al fine di capire quello che è “scritto tra le righe” e comprendere quello che sta oltre ogni formale concetto. Il viaggio è dal particolare all’Universale, dall’identità alla sua dissoluzione. In questo processo l’unità e la sua pratica giocano un ruolo cruciale.

    Il seguente aneddoto, avvenuto nel corso di un Suo Compleanno degli anni ’90 è particolarmente ispirante. È anche alla base di questo articolo.

    Swami sembrava prendersela comoda, quasi incurante dell’occasione e della marea di persone che Lo attendevano. Ad un certo punto, uno dei sevak Gli si avvicina e con le mani giunte Gli disse: “Swami, i Tuoi devoti Ti attendono“.

    Devoti?“, replicò Baba, quasi stupito.

    Bhagawan, là, nel mandir, ci sono più di ventimila devoti che attendono il Tuo darshan!“, insistette con garbo il sevak.

    Di quegli oltre ventimila devoti presenti, quelli davvero determinati a raggiungere la Meta forse se ne contano sulle dita di una mano, e, di costoro, forse solo uno è così risoluto a realizzarla!“, sentenziò Baba.

    Oggi, i Suoi devoti festeggiano il Centenario del Suo Avvento. Lo celebrano dedicandoGli canti devozionali, letture tratte dai Suoi Discorsi e condividendo ricordi di come Egli ha cambiato la loro vita. Nulla di male in questo, purché questo risulti essere solo l’apertura del sipario e inizi l’opera vera e propria: riflessione e auto-indagine.

    Ritagliamoci del tempo per indagare chi è realmente un vero devoto, se è colui che si presenta agli appuntamenti per essere presente, se è colui che è determinato, o se è, invece, quello risoluto a realizzare lo scopo della vita.

    Infine, proviamo ad immaginare di essere quel devoto risoluto, ma in mezzo ad una massa compatta di oltre 20 mila devoti tutti risoluti, che lavorano in unità e che non si dividono se hanno idee diverse; anzi, mediante l’ascolto, l’intelligenza e la pazienza appianano le divergenze, si rafforzano e sfruttano le contrapposizioni per generare sempre nuove idee e stimoli per progredire sia insieme che individualmente, sia come servizio reso alla comunità che al singolo.

    Riuscite vagamente ad immaginare cosa può fare l’unità? Se sì, chiedetevi cosa vi impedisce di realizzare questa condizione, che per un devoto – a detta di Baba – dovrebbe essere naturale.

    Soffermarsi a riflettere su questo aneddoto, sui suoi concetti chiave, permetterà di trovare diversi spunti di riflessione, che sfuggirebbero ad una lettura rapida e avida novità.

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 23 Novembre 2025

    In verità, quest’era del Kali è la più benefica delle quattro, poiché ora avete tra voi l’Incarnazione Eterna dell’Ananda (Beatitudine) in una forma che potete avvicinare, adorare e dalla quale potete apprendere. State cantando con Me, conversando con Me e colmando i vostri occhi, orecchi e cuori con le Mie parole e le Mie azioni.

    Questo non è un semplice corpo fisico composto dai cinque elementi, né questo giorno è il Mio Compleanno, sebbene lo possiate chiamare così. Questo corpo può avere il giorno di nascita, ma Io non ho nascita. Voi attribuite a Me un’età, però Io non ho un’età che possa essere contata. L’Eterno, senza inizio né fine; Colui che né Era, né È, né Sarà; La Persona Immortale libera dalla nascita e dalla morte – Quell’Atma eternamente raggiante è Sai per sempre.

    Sentite con la mente, progettate con l’intelligenza e usate il corpo per servire coloro che hanno bisogno di servizio. Offrite quell’atto di servizio a Dio; adorateLo con quel fiore. Mettete in pratica quotidianamente gli ideali che Sathya Sai ha propagato e rendeteli noti in tutto il mondo, facendovi avanti voi stessi come esempi viventi della loro grandezza.

    — Discorso Divino del 22 Novembre 1979


    Il giorno in cui il Principio dell’Amore viene stabilito nel cuore, quel giorno sarà il Compleanno di Swami.

    Con Amore,
    Baba

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Daily Sadhana del 22 Novembre 2025

    Coltivate l’Amore dentro di voi. Considerate tutta l’umanità con sentimenti fraterni. Riconoscete tutti come figli di Dio. Non provate rancore o odio nei confronti di nessuno. Non ferite i sentimenti di chicchessia. Solo un atteggiamento così di gran cuore vi conferirà una felicità senza limiti. Se state celebrando il Compleanno di Swami, questo è tutto quello che desidero da voi. Siate uniti fra voi.

    — Sri Sathya Sai Baba, 23 Novembre 1990

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 22 Novembre 2025

    Acquisite grandi titoli, ottenete fama. Nessun male in questo. Andate all’estero, guadagnate denaro e reputazione; non c’è nulla di sbagliato in questo. Però, non dimenticate mai la vostra cultura. Non criticate la cultura altrui. Ovunque siate rendete della vostra vita un esempio ideale per gli altri. Parlate con gentilezza. Compiete buone azioni. Allora sarete buone persone. Non sforzatevi di acquisire lo status di grandi uomini. Sforzatevi sempre di diventare una buona persona. I grandi uomini possono compiere molte azioni malvagie, ma le azioni di un uomo buono risaltano sempre come ideali per gli altri.

    Ravana era un grande uomo. Rama è l’esempio per eccellenza di un uomo buono. Entrambi avevano padroneggiato le stesse discipline; ma quanto erano diverse le loro nature! Ravana, pur dotato di una straordinaria formazione, fu distrutto e causò la distruzione dell’intero suo clan a causa del suo desiderio, la sua sola cattiva qualità. Hiranyakashipu, padrone di tutti i cinque elementi, fu rovinato dalla sua ira, la sua malvagia qualità. Duryodhana fu rovinato dall’avidità. Rifiutò di concedere anche solo cinque villaggi ai Pandava.

    Tutte queste persone non soltanto distrussero sé stesse, ma causarono la completa distruzione dei loro rispettivi clan. Anche una sola qualità malvagia è sufficiente a causare la rovina! Immaginate allora il destino di chi possiede tutte e sei le qualità malvagie: desiderio, collera, avidità, orgoglio, invidia e odio?

    — Discorso Divino del 22 Novembre 1999


    La conoscenza fisica è il negativo, mentre la conoscenza spirituale è il positivo. L’umanità sboccia quando il positivo si unisce al negativo.

    Con Amore,
    Baba

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 21 Novembre 2025

    È consuetudine, quando ci si avvicina al Signore, portare con sé qualcosa; questo è un atto che le persone compiono quando si recano per il soddisfacimento di un desiderio, o per ottenere la Grazia atta a realizzare un auspicio. Portano patram, pushpam, phalam, toyam (foglia, fiore, frutto, acqua), come dice la Gita. L’atteggiamento è: “Io sono jiva (individuo), Egli è Deva (Signore)“. Ma questo è un trucco meschino tanto grave quanto quello che alcuni uomini mettono in atto: portano una mucca quando chiediamo del latte, e ne mungono un’altra per darcelo. Offrono al Signore la foglia, il fiore e il frutto cresciuti su qualche albero, e allora la ricompensa della Grazia va all’albero, non a loro!

    Offrite la foglia, il fiore, il frutto cresciuti sull’albero della vostra vita; le foglie profumate delle vostre risoluzioni mentali e dei vostri propositi, i frutti dolci e succosi delle vostre stesse azioni e dei vostri pensieri. Io conosco il valore relativo di queste due cose; Io desidero qualcosa che sia veramente vostro, non qualcosa comprato al bazar, o cresciuto su qualche albero oppure prodotto dall’intelligenza, dalla devozione o dalla fermezza di qualcun altro.

    Dio vi ha dato “il cuore” da usare nella vita; restituitelo a Lui così puro e limpido com’era quando ve lo ha donato, dopo averlo adoperato per custodirvi Amore, pace, rettitudine e verità, e per distribuirli a tutti coloro che entrano in contatto con voi.

    — Discorso Divino del 03 Ottobre 1965

    Dovreste offrire a Dio quello che è vostro. Avete diritto solo sul vostro cuore. Offritelo a Dio e offritelo con Amore.

    Con Amore,
    Baba

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 20 Novembre 2025

    Non andate in giro proclamando che siete una setta distinta e separata da coloro che adorano Dio in altre Forme e con altri Nomi. In tal modo, state limitando lo stesso Dio che state esaltando. Non proclamate con entusiasmo: “Noi vogliamo solo Sai; non ci interessa il resto“. Dovete convincervi che tutte le forme sono di Sai; tutti i nomi sono di Sai. Non esiste un “resto“; tutto è Lui.

    Avrete notato che nei Miei Discorsi non parlo di Sai, né canto il nome di Sai durante il bhajan con cui di solito concludo i Miei Discorsi. E vi sarete chiesti perché. Lasciate che vi spieghi la ragione. Non voglio che si diffonda l’impressione che Io desideri che questo Nome e questa Forma siano pubblicizzati. Non sono venuto per fondare un nuovo culto; non voglio che le persone siano traviate su questo punto.

    Io affermo che questa forma di Sai è la forma di tutti i vari Nomi che l’uomo utilizza per l’adorazione del Divino. Pertanto, insegno che non si deve fare alcuna distinzione tra i nomi Rama, Krishna, Easwara, Sai — dato che sono tutti nomi Miei.

    — Discorso Divino del 17 Maggio 1968

    Dio è l’Incarnazione dell’Amore e non dovete compiere nulla che sia contrario all’Amore che Dio rappresenta.

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Daily Sadhana del 19 Novembre 2025

    La divinità è immanente in ogni essere. Ma chi è responsabile di questa divinità interiore? La madre che vi ha portato in grembo per nove mesi affrontando molte difficoltà, ed è persino pronta a sacrificare la propria vita per il vostro benessere. Voi dovete la vostra esistenza a vostra madre. Il benessere dei figli dipende dalla madre. È grazie all’amore della madre che i figli diventano eminenti e grandi. Pertanto, il dovere principale di ogni individuo è essere riconoscenti verso la propria madre, rispettarla e servirla.

    — Sri Sathya Sai Baba, 19 novembre 1998

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 19 Novembre 2025

    Incarnazioni dell’Amore!
    In questo universo infinito, tra le miriadi di esseri viventi, l’umanità è eminente. Tra gli esseri umani è un privilegio nascere come donna. Vi sono molti esempi che dimostrano la preminenza della donna.

    Rama non nacque forse come Incarnazione Divina nel grembo di Kausalya? Lava e Kusha (i gemelli) non divennero forse grandi perché nati da Sita? Non fu forse la premurosa cura di Jijibai che rese grande Shivaji? Non fu forse la devozione di Putlibai che rese Gandhi un Mahatma?

    Tutti i più grandi saggi e santi, eroi e guerrieri nacquero da donne che li resero grandi. La donna è la Dea della Natura. Gayatri, che racchiude l’essenza dei Veda, è una dea, venerata come Veda Mata (la Madre dei Veda). È evidente che la nascita femminile è stimabile, adorabile e sublime. Anche i Veda onorano il principio femminile in vari modi. I rituali e le pratiche vediche accordano alle donne un posto elevato.

    — Discorso Divino del 19 Novembre 1995

    È la madre che vi insegna i sacri principi come amore, compassione, pazienza, tolleranza e sacrificio.

    Con Amore,
    Baba

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 18 Novembre 2025

    Incarnazioni dell’Amore!
    Per mezzo dell’amore, potete ottenere qualsiasi cosa. Un uomo senza Amore è praticamente morto. Servite tutti con Amore. Il Divino è sia l’innamorato che l’amato. Egli è il regista della rappresentazione e al tempo stesso l’attore.

    Egli vi farà sgorgare le lacrime agli occhi; Egli asciugherà le vostre lacrime“. Come fa Egli a fare questo? Quando siete immersi nelle faccende mondane, Egli vi fa piangere. Quando siete immersi nella spiritualità, Egli asciuga la vostra afflizione. “Egli vi renderà pazzi. Egli caccerà via la vostra follia; Egli è Satcitananda Sai Rama“. Egli rende il devoto folle d’Amore per Swami e lo fa piangere – “Swami! Swami! Swami!

    Egli salva il devoto dal folle attaccamento al mondo. “Egli trasformerà il jogi in un bhogi; Egli trasformerà il bhogi in un jogi” – Un cercatore del piacere viene trasformato in un cercatore spirituale, e un cercatore spirituale viene trasformato in colui che gode della beatitudine. Quando un uomo ricco (bhogi) diventa un mendicante (jogi), inizia la sua contemplazione su Dio.

    — Discorso Divino del 07 Marzo 1997

    Arrendetevi a Lui. La Sua Grazia può salvarvi, la Sua saggezza può illuminarvi e il Suo potere può superare tutti i vostri ostacoli.

    Con Amore,
    Baba

    Jogi e yogi

    Jogi” e “yogi” hanno praticamente il medesimo significato. In hindi, a volte, “yogi” si pronuncia “jogi” (giòghi). Nel linguaggio comune jogi è utilizzato per indicare una persona che non possiede nulla, mentre yogi indica una persone spiritualmente realizzata.

  • Sri Sathya Sai Guru

    Omkara

    La parola che tutti i Veda proclamano, verso cui muovono le austerità, per il desiderio per cui si conducono le discipline, Io ti rivelo: è Ōṃ. Questa sillaba è davvero il Brahman eterno, questa sillaba è la Meta Suprema, colui che conosce questa sillaba otterrà quello che vuole” – Katha Upanishad, I,2,16-17.

    Il termine “Omkara” indica la fonte primaria del suono primordiale “Ōṃ“. È letteralmente un epiteto riferito a Dio nell’atto della creazione. La Ōṃ è un suono sacro, una sillaba, un mantra e una invocazione. È l’Essenza dell’Assoluto Supremo.

    Colui che non conosce la sillaba imperitura del Veda, quel punto Supremo presso cui vivono tutti gli Dei, che cos’ha a che fare con il Veda? Solo coloro che la conoscono siedono qui pacificamente riuniti” – Rigveda I,164,39.

    Questa sillaba esprime l’assenso. Quando si vuole dare l’assenso a qualcosa si pronuncia Ōṃ. E ciò a cui si dà l’assenso verrà realizzato. Colui che conosce questo venera udgītha come la sillaba Ōṃ realizzerà i suoi desideri” – Chandogya Upanishad I,1,8.

    Ōṃ è il Brahman, Ōṃ è tutto l’universo” – Taittiriya Upanishad, I,8.

    Nel Manusmriti viene stabilito che:

    Egli [l’uomo] deve sempre pronunciare ‘Ōṃ!’ alla fine e all’inizio della recitazione dei Veda, perché se non c’è prima, la recitazione si perde, se non c’è dopo, si dissolve” – Manusmriti, II,74.

    La stessa fonte dichiara:

    Un sacrificio che consiste nel recitare la sillaba Ōṃ e il verso in onore di Savitṛi è dieci volte migliore di un sacrificio regolare; se mormorato è cento volte migliore e se è recitato solo con la mente è tradizionalmente considerato mille volte migliore” – Manusmriti, II,85.

    Quindi, quando reciteremo i mantra, li introdurremmo da tre Ōṃ e li concluderemo da una Ōṃ seguita da tre shanti. Le tre Ōṃ iniziali, come le tre shanti finali, si riferiscono al corpo, alla mente e allo spirito.

    Compresa l’importanza della Ōṃ, vediamo perché la si dovrebbe intonare 21 volte.

    Cinque Ōṃ sono cantate per gli organi di azione: corde vocali, mani, piedi, organi di eliminazione e organi generativi.

    Cinque Ōṃ sono recitate per gli organi di percezione: occhio, orecchio, naso, lingua e pelle, che corrispondono alla vista, udito, olfatto, gusto e tatto.

    Cinque Ōṃ sono intonate le cinque soffi vitali del corpo: prana (situato nei polmoni), apana (flatus, che si muove verso il basso attraverso il retto), vyana (diffuso in tutto il corpo), samana (ombelico; essenziale per la digestione) e udana (sale attraverso la gola fino alla testa).

    Cinque Ōṃ sono invocate per le cinque guaine o involucri del corpo: quella materiale, quella del soffio vitale, quella mentale-emotiva, quella dell’intelletto e quella della beatitudine.

    L’ultima Ōṃ – la ventunesima – è per la persona stessa, e per la sua auto-realizzazione.

  • Sri Sathya Sai Guru

    OMKARA – 21 Ōṃ

    L’orario ideale per recitare l’Omkara, secondo la tradizione induista, è verso le 4 del mattino, orario in cui la notte si trasforma in alba. Tuttavia, la cosa più importante è recitarla con regolarità e crescente devozione. In questo modo si potranno sperimentare i suoi benefici a livello fisico, psicologico e spirituale.

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 17 Novembre 2025

    La macchia che offusca la mente è l’illusione. Essa è come un cane feroce che non permette a nessuno di avvicinarsi al Maestro. Potete riuscire ad eluderla solo assumendo il rupam, o forma del Maestro, il che è chiamato sarupyam, oppure invocando il Maestro così fortemente da far sì che Egli discenda e vi accompagni dentro la casa, vale a dire, ottenendo la Sua Grazia, samipya (prossimità). L’illusione è il Suo animale prediletto, il quale, quindi, non vi farà alcun male se Egli gli ordina di non nuocervi.

    Il Maestro viene per salvare non un solo uomo buono dall’illusione, bensì l’intera umanità. Naturalmente, Egli deve venire assumendo una forma che l’uomo possa amare, venerare ed apprezzare. Egli può donare gioia e coraggio solo se parla il linguaggio della conversazione umana. Molti hanno timore di avvicinarsi a Me, poiché sanno che Io sono consapevole dei loro pensieri più intimi e dei desideri più profondi. Ma lasciate che vi dica: solo gli animali indifesi provano paura. L’uomo, che è figlio dell’immortalità, non dovrebbe averne.

    Le persone pregano davanti a immagini di pietra del dio serpente, ma quando il serpente reale appare in risposta alle loro preghiere fuggono via terrorizzate dal santuario! Il Signore si manifesta solo per elargire Grazia, mai per incutere terrore.

    — Discorso Divino del 01 Gennaio 1964


    Colui che considera Dio lontano, Dio è davvero distante. Colui che considera Dio vicino, Dio è vicino.

    Con Amore,
    Baba

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 16 Novembre 2025

    Dovete imparare a esplorare il modo in cui potete meritare la Grazia di Dio e distinguere il bene dal male. Auspico che possiate possedere tutte queste capacità e ottenere la Grazia di Dio. Non è sufficiente avere devozione per Swami. Il vostro prema (amore) per Swami non porterà necessariamente al Prema di Swami verso di voi. A meno che non troviate i modi e i mezzi attraverso i quali potete meritare la Grazia di Swami, il vostro sforzo è inutile.

    Dovreste seguire un sentiero mediante il quale possiate sperimentare e godere il Prema. Conoscere il sentiero attraverso il quale riceverete Prema è più importante che affermare semplicemente di possedere prema. Il vostro prema da solo è come un traffico a senso unico. Se il vostro prema si traduce nel ricevere Prema dall’altra parte, allora diventa un traffico a doppio senso. È un dare e ricevere.

    Se coltivate buone idee, sviluppate buoni pensieri e adottate buone pratiche, allora non dovrete nemmeno chiedere la Grazia di Dio. Dio, di Sua spontanea volontà, riverserà la Sua Grazia e il Suo Prema come ricompensa per la vostra buona condotta.

    — Summer Showers del 17 Giugno 1974

    Se non si presta attenzione alle parole del Signore e non si agisce in accordo con i Suoi comandamenti, affermare di essere un devoto è soltanto una pomposa ostentazione.

    Con Amore,
    Baba

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 15 Novembre 2025

    Tre cose sono oggi essenziali:
    • moralità negli affari,
    • una politica basata sui principi ed
    • una educazione che formi il carattere.

    Ovunque si volga, vi è disordine, miseria e paura. Come si possono eliminare queste malattie? L’Amore è l’unico mezzo. L’Amore è Dio. Vivete nell’Amore. Quando si sviluppa l’Amore l’odio non avrà posto, l’ingiustizia sarà esclusa e le persone non si dedicheranno alla falsità, non ricorreranno a vie malvagie. Le persone seguiranno la retta via. Pertanto, considerate l’Amore come Dio.

    Buddha dichiarò: “Ahimsa è la virtù più elevata“. Sathya Sai dichiara: “Solo l’Amore è la Forma del Divino“. Amate tutti. L’Amore è l’unica proprietà di Dio. Non appartiene all’uomo. Non è una merce acquistabile. Scaturisce dal cuore. Solo l’Amore può essere definito Divino. L’Amore divino è diverso dagli attaccamenti umani. È senza tempo. È onnipresente. Rendetelo il vostro unico ideale. È insito in voi. Manifestatelo nel modo appropriato.

    — Discorso Divino del 07 Marzo 1997

    Quando guardate il mondo attraverso gli occhiali dell’Amore, l’intero mondo vi apparirà colmo d’Amore.

    Con Amore,
    Baba

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Daily Sadhana del 14 Novembre 2025

    Qual è il senso di offrire a Dio quello che ci è stato donato da Dio stesso? Dovreste pregare: “Oh Dio, tutto è Tuo, tutto il mio corpo è Tuo, tutti gli arti e gli organi sono Tuoi. Io sono Tuo e Tu sei mio“. Quando si raggiunge questo tipo di identità, non c’è più bisogno di alcuna forma di adorazione esterna.

    — Sri Sathya Sai Baba, 23 Novembre 2000

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 14 Novembre 2025

    I bambini piccoli sono puri di cuore. Solo a causa delle lacune del sistema educativo, essi cercano sentieri distruttivi. Gli studenti sono altruisti e sacri. I genitori in casa e gli insegnanti a scuola li sviano. È naturale che i genitori abbiano amore per i propri figli, tuttavia questo amore dovrebbe stare dentro certi limiti. I genitori devono sempre vigilare sul comportamento dei propri figli.

    Oggigiorno gli stessi genitori non sanno cosa sia la retta condotta. Come possono allora guidare i figli? Vi è troppa libertà. Sì, la libertà è auspicabile. Ma quale tipo di libertà? “Il fine della saggezza è la libertà. Il fine della cultura è la perfezione. Il fine della conoscenza è l’Amore. Il fine dell’educazione è il carattere“. Sì, questo tipo di libertà è sicuramente degna di essere perseguita. Ma concedendo ai figli la libertà di agire a loro piacimento, permettendo loro di rientrare a casa all’una o alle due di notte, senza chiedere dove siano andati, i genitori li rovinano totalmente.

    Gli studenti non hanno buone maniere né disciplina. Tuttavia, questo non è interamente colpa loro. La causa è dei cattivi ideali posti dai genitori. L’eccessivo amore che essi mostrano sta conducendo i figli su una via sbagliata.

    — Summer Showers del 20 Maggio 1991

    Gli obblighi dei genitori non si esauriscono nel fornire cibo, istruzione e conoscenza in merito alle cose del mondo. Ai figli dovrebbero anche essere impartiti i giusti valori.

    Con Amore,
    Baba

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Daily Sadhana del 13 Novembre 2025

    Rendetevi una ghirlanda ed Io sarò il filo che tiene uniti tutti i fiori. Consideratevi figli di un’unica madre, appartenenti alla famiglia umana. Non concedete spazio alle differenze di razza, credo e nazionalità. Tutti appartengono alla casta dell’umanità, alla religione dell’Amore e al linguaggio del cuore.

    — Sri Sathya Sai Baba, 23 Novembre 1995

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 13 Novembre 2025

    Molti che nutrono dei dubbi riguardo a Swami non comprendono le vie del Divino. Essi osservano ogni cosa dal punto di vista mondano. Dovrebbero guardare le cose dal punto di vista del divino. Cambiate l’angolazione della vostra visione. Quando praticherete il vedere il mondo dal punto di vista dell’onnipresenza del Divino sarete trasformati. Sperimenterete il potere del Divino in ogni cosa della creazione.

    Non potete nascondere nulla a Dio. Molti immaginano che Swami non veda quello che essi fanno. Non comprendono che Swami possiede una miriade di occhi. Anche i vostri occhi sono divini. Però, non siete consapevoli della vostra vera natura. Quando avrete fede in voi stessi, avrete fede in Dio. Realizzate che non vi è nulla al di là del potere di Dio. Amate Dio con quella suprema fede. Allora, sarete attratti verso Dio. Questo richiede purezza.

    Un magnete non può attrarre un pezzo di ferro ricoperto di ruggine. Allo stesso modo, Dio non attirerà a Sé una persona impura. Pertanto, cambiate i vostri sentimenti e pensieri, e sviluppate la convinzione che Dio è ogni cosa. Dio non vi abbandonerà quando avrete questa convinzione.

    — Discorso Divino del 27 Febbraio 1995


    Considerate ogni lavoro come lavoro di Dio e sviluppate Amore. Quando l’amore cresce, anche la fede crescerà maggiormente.

    Con Amore,
    Baba

  • Sri Sathya Sai Guru

    Il dolore è familiare e il cambiamento è sconosciuto

    La metafora del carcere interiore

    Quello che segue è un passo riadattato del discorso che il monaco buddista (Buddhismo Thiến, lo Zen/Chán vietnamita) Thich Nhat Hanh (11/10/1926 – 21/01/2022) tenne al Maryland Correctional Institution, un istituto penitenziario, il 16 Ottobre 1999.

    La metafora che propone merita particolare attenzione e una sincera riflessione, in quanto non è così facile scoprire il proprio carcere interiore, quello che ci “incarcera assai più di un carcere fisico.

    Spesso si dice che se prendi un prigioniero e lo liberi dopo molti anni, lui non saprà come vivere da uomo libero. Potrebbe persino desiderare di tornare nella sua cella. La paura della libertà, la paura dell’ignoto, è così forte che preferisce la sofferenza che conosce. Noi tutti abbiamo un carcere interiore, e le sbarre di quella prigione sono le nostre paure, le nostre abitudini, le nostre percezioni erronee. Anche se la prigione ci causa dolore, è un dolore che conosciamo. L’ignoto al di fuori della prigione ci spaventa di più.

    — Thich Nhat Hanh

    Da Be Free Where You Are: A Talk Given At The Maryland Correctional Institute – Sii libero ovunque ti trovi: un discorso tenuto al Maryland Correctional Institute.

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Daily Sadhana del 12 Novembre 2025

    Ogni essere vivente deve raggiungere l’obiettivo finale, Brahman. Questa è la vera destinazione. Un giorno o l’altro, il desiderio di liberarsi dalle catene del dolore e della gioia e dai legami dell'”io” e del “mio” si risveglierà dall’interno ed emergerà. Il percorso che verrà intrapreso allora porterà inevitabilmente alla liberazione.

    Sathya Sai Baba, Sutra Vahini

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 12 Novembre 2025

    Comprendete il vero rapporto tra il mondo fenomenico esteriore e il mondo dello Spirito interiore. Il mondo esteriore è un riflesso dell’essere interiore. Tutta la felicità che cercate negli oggetti esterni si trova dentro di voi. Prendete l’esempio dell’oceano. L’acqua che si trasforma in vapore dall’oceano assume una forma e una qualità diverse. Acquisisce purezza e dolcezza e ritorna all’oceano sotto un’altra forma. Osservate i cambiamenti che attraversa in questo processo. Salendo come vapore, diventando nuvola, cadendo come pioggia, scorrendo come ruscelli, essa si unisce all’oceano come fiume.

    Il cambiamento in vapore è Sathya (Verità). La formazione della nuvola è Dharma (Rettitudine). Scendere come gocce di pioggia corrisponde a Prema (gocce d’amore). Quando le gocce si uniscono per diventare un fiume, vi è il flusso di Ananda (Beatitudine). Questo flusso di beatitudine si fonde nell’oceano della Grazia.

    Prima o poi, quello che proviene dal Divino deve fondersi nel Divino. Questo è il destino naturale di tutti gli esseri viventi: nascere come manava (uomo), condurre la vita di un jivi (essere individuale), ritornare ancora alla forma di Madhava (natura divina), e infine fondersi nel Divino.

    — Discorso Divino del 07 Marzo 1997

    L’uomo dovrebbe esprimere sempre più amore affinché la luce divina interiore nel corpo risplenda con maggiore brillantezza.

    Con Amore,
    Baba

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 11 Novembre 2025

    I nomi e le forme sono momentanei. La forma della tigre è momentanea. La forma del serpente è momentanea. Poiché i nomi e le forme sono momentanei, prendeteli come tali. Tuttavia, il principio del non-dualismo non deve essere frainteso.

    Avete una penna in tasca. Anche l’altro uomo ha una penna nella sua tasca. Non potete prendere la penna di un altro uomo dalla sua tasca. È corretto? No! A livello mondano la vostra penna appartiene a voi, la Mia penna appartiene a Me. Se scivolate vi procurate una frattura alla gamba. Allora potreste avere una fasciatura. Vostra madre ha un amore intenso per voi e potrebbe essere triste perché state soffrendo. Ma non è possibile che lei abbia la fasciatura alla sua gamba.

    Gli individui sono diversi, tuttavia il dolore può essere lo stesso per entrambi. Voi avrete il dolore della frattura; vostra madre avrà il dolore per il fatto che state soffrendo. Ma la madre non ha il dolore della gamba fratturata. La madre si sente triste per la sofferenza del figlio, non per la frattura. Pertanto, potete seguire il non-dualismo nel sentimento, ma non nell’azione.

    — Discorso Divino del 26 Aprile 1993

    In questo mondo, voi e il mondo siete temporanei. Ma la Verità e l’Amore sono permanenti.

    Con Amore,
    Baba

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 10 Novembre 2025

    Se i vostri pensieri ruotano attorno al corpo, avrete preoccupazioni riguardo dolori e malattie, reali o immaginarie; se sono incentrati sulle ricchezze, sarete turbati da guadagno e perdita, tasse ed esenzioni, investimenti e insolvenza; se vagano intorno alla fama, allora, sarete destinati a soffrire per gli alti e bassi di scandali, calunnie e gelosie. Pertanto, lasciate che si concentrino sul trono del potere e dell’Amore che merita sottomissione volontaria e lasciate che tutto il vostro essere si consegni totalmente ad esso. Allora, sarete felici per sempre.

    Per i saggi della cultura vedica, i rishi, il Nome del Signore era il respiro stesso; essi vivevano del sostentamento insito nella contemplazione della Gloria del Signore.

    Quando l’oceano di latte dei Veda fu sottoposta a zangolatura con l’intelligenza come bastone e la devozione come corda, ne emerse il burro dei tre grandi classici – il Ramayana, il Mahabharata, lo Srimad Bhagavata – per diffondere il Messaggio del Namasmarana (ripetizione del Nome divino) come via verso la pace e la gioia. È per ravvivare tale Messaggio e ristabilire la fede nel Nome che questo Avatar è disceso nel mondo, nel Kali Yuga.

    — Discorso Divino del 03 Ottobre 1965

    Rivolgendo la mente verso Dio otterrete la liberazione. Rivolgendo la mente verso il mondo otterrete schiavitù.

    Con Amore,
    Baba

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Daily Sadhana del 09 Novembre 2025

    L’Amore deve crescere in ogni momento di pratica spirituale. Deve addolcire ogni parola, ogni azione e ogni pensiero. Emergete dalla meditazione come persone più ricche d’Amore! Emergete dai bhajan (canti devozionali) con una maggiore dose d’Amore! Rientrate dai bhajan con la convinzione più salda che ogni cosa è sovraccarica della stessa divinità che sta dietro tutte le vostre attività.

    — Sri Sathya Sai Baba, 23 Luglio 1971

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 09 Novembre 2025

    Potete intraprendere qualsiasi numero di pratiche spirituali, ma non dimenticate mai il Nome di Dio, neppure per un momento. Solo allora sarete protetti. Non fate mai nulla che vi allontani da Dio. Potete ottenere qualsiasi cosa tramite la preghiera. Non è necessario pregare ad alta voce; è sufficiente pregare mentalmente. Alcune persone hanno l’errata convinzione che Dio non verrà in loro soccorso se non pregano ad alta voce. Dio risiede nel vostro cuore. Egli ascolta le vostre preghiere. Se aspirate a ottenere la Sua Grazia, dovete contemplarLo incessantemente.

    Le difficoltà mondane vengono e vanno. Non si dovrebbe attribuire loro troppa importanza. Tuttavia, tramite la preghiera si possono superare tutte le difficoltà. Solo la Grazia di Dio è vera ed eterna. Bisogna sforzarsi di ottenerla.

    Incarnazioni dell’Amore!
    Ripetete il Nome di Dio giorno e notte. Solo questo vi proteggerà in ogni momento. Proprio come l’aria è onnipresente, Dio è in voi, con voi, attorno a voi, sotto di voi, sopra di voi. Pertanto, dovete essere in costante comunione con la divinità.

    — Discorso Divino del 21 Luglio 2005

    Per liberarsi dell’egoismo, l’uomo deve impegnarsi nel servizio altruistico e nella ripetizione del Nome di Dio.

    Con Amore,
    Baba

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 08 Novembre 2025

    Il namasmarana salvò Prahlada dall’agonia della tortura. Egli lo ripeteva e ne assaporava il gusto nettarino. Anche quando l’elefante infuriato gli si avventò contro, lui non gridò “Oh Padre“, né “Oh Madre” per indurre i suoi genitori fisici a salvarlo. Non aveva alcuna coscienza della loro esistenza; egli invocò Narayana e nessun altro.

    Narayana è la fonte di forza per il debole e per il forte; Egli è il potere supremo; così, gli elefanti si ritrassero davanti al ragazzo, il fuoco non poté bruciare neppure un suo capello, il vento non riuscì a sollevarlo, le scogliere non poterono abbatterlo e il veleno non poté nuocergli. Il Nome era la sua armatura, il suo scudo, il suo respiro, la sua vita.

    Pure Anjaneya [uno dei nomi con cui viene indicato Hanuman, ndt] dimostra la potenza del Nome. Con il Nome impresso nel cuore e salmodiato sulla lingua, egli balzò dall’altra parte del mare; le tentazioni lo invitavano a fermarsi lungo la via; i terrori lo supplicavano di tornare indietro; ma il Nome lo spronava e lo portava avanti, attraverso lo spazio, fino alla lontana Lanka, dove si trovava Sita. Nella sua mente non c’era spazio per nient’altro che non fosse il Nome del suo maestro.

    — Discorso Divino del 03 Ottobre 1965

    Ripetete il Nome di Dio o cantate un bhajan, e vedrete che tutti i vostri cattivi pensieri fuggiranno, lasciandovi liberi dal male.

    Con Amore,
    Baba

  • Sri Sathya Sai Guru

    Qual è il suono di una sola mano?

    Un giorno un maestro Zen radunò i suoi discepoli intorno a sé. Quindi, batté una volta le mani. La loro attenzione si fece più vigile.

    Dopo alcuni minuti di silenzio assoluto, i discepoli iniziarono a guardarsi l’un l’altro. Nessuno comprendeva perché il maestro restasse immobile e in assorto silenzio. Non s’accorsero che la loro fretta di giungere ad una soluzione li stava ingannando.

    Una decina di minuti più tardi, cogliendo tutti alla sprovvista, il maestro aprì gli occhi e rivolgendosi al più giovane di loro, un ragazzino di circa dieci anni, chiese: “Qual è il suono di una sola mano?

    Questa domanda è un famoso koan attribuito al maestro Hakuin Ekaku (XVIII secolo). Lo si trova “ambientato” in moltissime storielle Zen. Quella qui esposta è una di quelle tante.

    Il termine koan, che in giapponese significa letteralmente “caso pubblico“, indica un racconto, o breve dialogo, paradossale. È una peculiarità del Buddhismo Zen; viene impiegato come strumento di insegnamento e meditazione.

    Il koan non esprime un concetto logico convenzionale, ma punta a spezzare i meccanismi abituali del pensiero – il formale e la categorizzazione mentale – in favore di una esperienza diretta della verità. Conduce il praticante ad una comprensione intuitiva della Realtà, detta satori.

    I satori possono manifestarsi in molte forme e gradi; sono considerati piccole “illuminazioni“, risvegli improvvisi – passi verso la piena realizzazione spirituale. Queste esperienze preparano progressivamente il terreno per l’illuminazione piena e stabile, spesso chiamata kenshō, realizzare la propria vera natura.

    Non si giunge al kenshō senza passare per i satori, ovvero senza la graduale comprensione che la separazione e la dualità sono un’illusione.

    Per affrontare un koan ci sono due passi conseguenziali: quello analitico, o intellettuale, e quello esperienziale, o meditativo. Il primo, presto o tardi, deve sfociare nel secondo. Pertanto, “consequenziali” assume che il primo passo possa essere stato assolto anche in vite passate.

    Chi affronta la storiella qui presentata con mente logica cercherà di capire il significato della domanda. Potrebbe riflettere così: una sola mano non può produrre un suono nel senso comune, quindi forse vuole farci comprendere che il suono è un’illusione della dualità. Forse “una mano” rappresenta l’unità, e il “suono” rappresenta la manifestazione del mondo fenomenico. Il koan, di conseguenza, alluderebbe al rapporto tra l’Uno e i molti.

    Oppure, la risposta potrebbe essere “il silenzio“, poiché il suono di una sola mano è il suono del silenzio. Infatti, il maestro resta immobile, in silenzio, lasciando i discepoli nell’agitazione, movimento.

    Questo tipo di ragionamento può essere stimolante sul piano filosofico ed eruditivo, però rimane confinato nell’ambito concettuale: non porta all’esperienza diretta a cui lo Zen mira. Va trasceso.

    Trascendere significa superare il confine del filosofico/concettuale per affronta la storia in modo esperienziale, ovvero, non per ricavare una risposta logica, bensì per andare oltre, ricavare una esperienza. Quindi, si siede in meditazione, zazen, respira e lascia che la domanda “Qual è il suono di una sola mano?” diventi viva dentro di sé.

    Non cerca parole, né immagini, né spiegazioni. Si concentra sul koan fino a che ogni tentativo di comprendere svanisce. Ad un certo punto la mente smette di analizzare e quello che rimane è una consapevolezza pura, non formale, non duale. La domanda e colui che la pone, sé stessi, non sono più separati. In quell’istante, il “suono di una sola mano” si manifesta non come concetto, bensì come esperienza immediata.

    La storiella, per indirizzare l’interessato a questa esperienza, offre un importante indizio: la domanda è posta al discepolo più giovane, colui la cui intelligenza non è invischiata negli schemi mondani. Sembra quasi dire: “Lasciate che i bambini vengano a Me“.

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Daily Sadhana del 07 Novembre 2025

    Se oggi una persona è sotto l’influsso della tristezza e della miseria, la mente ne è responsabile. La felicità e il dolore, le simpatie e le antipatie, e i piaceri sensoriali che le persone sperimentano, originano dalla mente. Poiché la mente è colma del senso di dualità, voi soffrite di tutte queste condizioni. Quando la mente viene addestrata a vedere l’unità di tutta la creazione, sarà libera da tentazioni e distrazioni.

    — Sri Sathya Sai Baba, 23 Novembre 2001

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 07 Novembre 2025

    Il servizio disinteressato (Nishkama Seva) nobilita l’uomo ed eleva la sua statura. Dota l’uomo dell’intelligenza e delle capacità necessarie a raffinare la natura umana. Adempiere diligentemente al proprio dovere non è sufficiente. Gli uomini devono coltivare altre qualità come l’Amore, l’empatia, l’equità, la compassione e il perdono. Senza queste qualità, l’uomo non sarà in grado di compiere Nishkama Karma (azioni disinteressate).

    Le gioie e i dolori, le simpatie e le antipatie sperimentate dall’uomo, nonché le impressioni legate agli oggetti dei sensi che si accumulano, sono tutte il risultato di turbamenti mentali. Ed è il senso del dualismo del “mio” e del “tuo” la causa di tali turbamenti. Questo dualismo affonda le sue radici nell’egoismo, il quale induce a pensare che finché si sta bene non importa cosa accada al mondo.

    Una persona così centrata su sé stessa, che considera il proprio corpo, la propria ricchezza e la propria famiglia come tutto quello che conta, considera il vero come falso e il falso come vero. Per liberarsi da questo radicato malessere, gli uomini devono impegnarsi nel servizio. Devono rendersi conto che il corpo non è stato donato loro per servire i propri interessi, bensì per servire gli altri.

    — Discorso Divino del 21 Novembre 1988

    Proprio come gli uccelli hanno due ali che li aiutano a volare, l’Amore e il Servizio sono le due ali che permettono all’uomo di raggiungere rapidamente la meta della vita.

    Con Amore,
    Baba

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Daily Sadhana del 06 Novembre 2025

    Il potere del Nome divino è senza pari. Le persone spesso lo prendono alla leggera. Questo è un errore. Non si dovrebbe scambiare un pezzo di vetro luccicante per un diamante. Il vero diamante è qualcosa di completamente diverso. Qual è quel diamante? “Die mind” (muori, mente). Il Nome di Dio è il vero diamante. CustoditeLo al sicuro e in modo saldo.

    — Sathya Sai Baba, 13 Novembre 2007

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 06 Novembre 2025

    Tra tutte le persone del mondo intero, solo il devoto di Dio può ottenere la Sua visione. Molti uomini colti possiedono una profonda conoscenza delle scritture, tuttavia, il semplice apprendimento non aiuta una persona ad avere la visione del Signore. È il puro Amore che fa manifestare Dio davanti al devoto.

    L’intero universo è contenuto nella parola Prema (Amore). Eccetto Prema, nulla di altro valore esiste nell’universo. Il sentiero dell’Amore è il supremo sentiero per raggiungere Dio. L’ininterrotta corrente d’Amore conferisce felicità a tutti. Per l’intera umanità questo è il cammino più facile per raggiungere Dio.

    Vi sono tre principi fondamentali dell’Amore:
    • Non chiedere;
    • Donare sempre e non prendere;
    • Essere felici.

    La felicità dell’uomo dipende dal seguire il sentiero dell’Amore. Anche Dio sarà felice quando seguirete il sentiero dell’Amore. Egli allora vi farà danzare nell’estasi dell’Amore.

    — Discorso Divino del 24 Aprile 1996


    Abbandonando idee e sentimenti ristretti, le persone dovrebbero mostrare compassione verso i propri simili. La compassione è il segno distintivo della devozione.

    Con Amore,
    Baba

  • Sri Sathya Sai Guru

    Capire e comprendere

    Che correlazione hanno i termini “capire” e “comprendere“?
    Può sembrare una domanda bizzarra, per alcuni fuori luogo, per altri, invece, quasi un subdolo instradamento verso istrionici oscuri fini. Tuttavia, qualunque sia la prima impressione, nessuno potrà esimersi a lungo dall’affrontarla. È di fondamentale importanza capire e comprendere il punto in cui ci si trova, in quanto da questo si muoverà il passo successivo e sarà proprio quel “capire” e “comprendere” a stabilirne la direzione: verso l’illusione o verso la Verità.

    Capire” e “comprendere” meritano davvero un’attenta riflessione, sono gli strumenti che danno la corretta sfumatura alla situazione e favoriscono una maggiore profondità cognitiva. “Capisco, ma non comprendo” era l'”ossessione” di Archimede prima del celebre euforico “Eureka” – la gioia incontenibile per aver dato soluzione ad un problema assai complesso, il principio che regola la spinta idrostatica. Tale principio, in quel frangente, serviva a smascherare una subdola avidità, per riportare alla luce quella verità di cui la società necessitava.

    Capisco” è la cessazione di ostilità verso una data situazione o condizione. “Comprendere” è fare propria tale situazione/condizione. In questo modo non essendo più un ostacolo, sarà possibile guidarla per superarla, andare oltre, fino a sperimentare il proprio “eureka“.

    Capire” e “comprendere” richiedono impegno. Un impegno costante che, se accompagnato e sostenuto da una volontà assai determinata, porterà alla vera esperienza, ad una conoscenza viva, anche se questa è ancora appannaggio del sottile ego dell’intelletto. Siamo ancora nella dualità: la conoscenza del sé è profonda, ma non ci si è ancora dissolti nel Sé.

    Capire e comprendere sono per il ricercatore spirituale come Virgilio con la sua logica per Dante: permettono di transitare “indenni” i due regni. Inseguito, se non saranno sostituiti dall’Amore, precluderanno quello finale: la liberazione.

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 05 Novembre 2025

    Guru Nanak prediligeva le preghiere comunitarie rispetto a quelle individuali in solitudine. Quando tutte le persone si uniscono all’unisono per pregare Dio, le loro preghiere sciolgono il cuore di Dio. In un grande raduno, ci sarà almeno uno che prega con cuore puro. Quella preghiera raggiungerà Dio. Pertanto, i devoti dovrebbero prendere parte ai bhajan comunitari. Dovrebbero partecipare al servizio comunitario e impegnarsi nella vita della comunità. Questo è il sentiero più nobile.

    Coltivate l’Amore. L’Amore è la Forma del Divino, e Dio può essere realizzato solo attraverso l’Amore. Tra tutta la miriade di Nomi dati a Dio, quello che deve essere più caro è Sat-Chit-Ananda (Essere-Coscienza-Beatitudine). “Sat” rappresenta la Verità. “Chit” rappresenta Jnana (Saggezza). Dove sono presenti Sat e Chit, Ananda (Beatitudine) è inevitabilmente presente.

    Poiché Dio è Verità, Egli deve essere realizzato attraverso la Verità. Poiché Dio è Jnana, Egli deve essere realizzato attraverso Jnana Marga (il sentiero della Conoscenza). Poiché Egli è Ananda (Beatitudine), deve essere realizzato attraverso la beatitudine. Seguite il sentiero dell’Amore e raggiungete la meta dell’Unità. Eliminate tutte le differenze. Questo è il Sommo Messaggio per voi oggi.

    — Discorso Divino del 25 Dicembre 1990

    Quando le persone si riuniscono e cantano la Gloria di Dio all’unisono, questo possiede un enorme potere.

    Con Amore,
    Baba

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 04 Novembre 2025

    L’effusione di Prema (Amore) è Dharma (Rettitudine). Colui che comprende il Dharma coltiverà Prema. Una persona che sviluppa Amore per Dio può seguire il Dharma con facilità. Dharma e Prema sono gemelli. Ma l’uomo odierno ha perduto entrambe queste qualità. La vita senza Dharma e Prema è arida come una landa desertica.

    Al tempo della guerra del Mahabharata, Duryodhana andò da sua madre, Gandhari, si prostrò ai suoi piedi e implorò la sua benedizione per la vittoria nella guerra. Ma Gandhari sapeva che Duryodhana non aveva seguito il sentiero del Dharma nella sua vita. Pertanto, non gli diede la benedizione per la vittoria nella guerra, nonostante le sue suppliche. La sua unica benedizione fu: “Dove c’è Dharma, là ci sarà vittoria“. Non disse che egli sarebbe stato vittorioso.

    Successivamente, Duryodhana andò dal suo precettore Dronacharya per chiedere la sua benedizione. Anche Dronacharya ribadì: “Dove c’è Dharma, là c’è Dio; dove c’è Dio, là c’è vittoria. Dio ama il devoto che segue i dettami del Dharma“.

    — Discorso Divino del 24 Aprile 1996

    Quando l’uomo ha Amore e Rettitudine, la Divinità latente in lui diventa manifesta.

    Con Amore,
    Baba

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 03 Novembre 2025

    Elemosinare e chiedere qualcosa sono azioni legate alla mondanità e denotano Pravritti Dharma (cammino della mondanità). L’Amore vero e sacro riguarda invece il Nivritti Dharma (sentiero interiore della spiritualità). Quando aderite al principio del Nivritti, tutte le tendenze del Pravritti svaniranno da sole.

    Nessuno conosce il valore e quanto siano preziose le cose contenute nel tesoro di Dio. Voi potreste chiedere frammenti di vetro, mentre Dio potrebbe voler darvi diamanti preziosi. Voi potreste chiedere cose di poco conto, quando Dio avrebbe deciso di darvi qualcosa di molto prezioso. Pertanto, lasciate ogni cosa alla Volontà di Dio. Solo allora Egli vi darà quello di cui necessitate veramente. Voi non sapete cosa realmente vi occorre e cosa non vi occorre. Non sapete neppure cosa sia bene per voi e cosa non lo sia. Egli vi darà spontaneamente quello che è buono per voi, quello che è benefico per voi e quello che è ideale per voi. Tutto dipende dalla Sua Volontà: quando dare e cosa dare.

    Quando offrite ogni cosa a Dio con mente stabile e compite tutte le azioni per compiacerLo, Egli stesso si prenderà cura di tutte le vostre necessità!

    — Discorso Divino del 20 Giugno 1996

    Se desiderate chiedere qualcosa a Dio, pregateLo così: “Oh Signore! Fa’ che io abbia solo Te”.

    Con Amore,
    Baba

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Daily Sadhana del 02 Novembre 2025

    La rinuncia spirituale o il cammino interiore (nivriti) conferisce impavidità. Dona forza e coraggio, poiché è il desiderio che indebolisce l’uomo e lo fa prostrare davanti a coloro che detengono autorità e influenza. Il distacco vi dota di rispetto per voi stessi e della capacità di resistere alla diffamazione e alla calunnia.

    — Sathya Sai Baba, 24 Ottobre 1965

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 02 Novembre 2025

    Dio è in voi, ma, come la donna che teme che la sua collana sia stata rubata o smarrita e riconosce di averla al collo solo quando passa davanti ad uno specchio, così anche l’uomo riconoscerà che Dio è in lui quando qualche Guru glielo ricorderà. La gioia che proverete allora sarà incomparabile.

    Ogni indiano deve rendersi conto che la scienza della scoperta del Sé è il proprio patrimonio ereditario; deve valorizzarla e conquistarla. Oggi, molti studiosi sono in grado di esporre tale eredità, ma pochi la mettono in pratica e ne ottengono la ricompensa. Tale scienza fu esplorata dai saggi e trasmessa in termini chiari e semplici. Non riconoscerla e non praticarla è la più grande perdita che questo Paese subisce.

    La predilezione per il navinam (il moderno) a scapito del sanatanam (il classico e l’eterno) è la causa di questa miseria. La canna da zucchero non dovrebbe essere equiparata a qualsiasi altra canna! Solo coloro che non conoscono il sapore dello zucchero possono farlo.

    — Discorso Divino del 16 Dicembre 1964

    Vi sto esortando a scoprire la vostra Realtà. Questa è la Mia Missione.

    Con Amore,
    Baba

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 01 Novembre 2025

    Cosa fate con una sostanza insapore, che non è gradevole al gusto? La gettate via. Allo stesso modo, quando non agite in modo appropriato, la società vi respingerà. Dunque, dovete essere una cosa sola con la società. Questo è il primo passo verso l’unità. Quando vi è unità, allora avrete purezza interiore. Quando la purezza è stabilita, solo allora avrete la divinità. Pertanto, l’insegnamento divino nella vita umana è la combinazione di questi tre: unità, purezza, divinità.

    È solo l’Amore che porta unità in tutti. Quando c’è Amore, non vi saranno differenze basate su razza, nazionalità, etc. Dove non c’è Amore, c’è odio. Quando c’è odio, non può esserci relazione, neppure tra tra il figlio e la madre.

    Quando c’è Amore, non vi è differenza tra “mio” e “tuo“. Quindi, mediante l’Amore possiamo realizzare ogni cosa. Senza Amore, senza una forte fede, non potete avere alcuna esperienza. Bhakti, Prapatti, Vishwasadevozione, resa, fede. Questi sono i tre passi, e le esperienze trascendentali si basano su di essi.

    — Discorso Divino del 26 Aprile 1993

    Dobbiamo raggiungere quel principio d’Amore che ci consente di guardare gioia e dolore con equanimità.

    Con Amore,
    Baba

  • Sri Sathya Sai Guru

    Buon Halloween

    La parola “Halloween” è la forma contratta di “All Hallow’s Eve“. Nell’inglese arcaico il termine “Hallow” significava “Santo”. Portato nell’inglese moderno “All Hallows’ Day” assume il significato “la vigilia di tutti i Santi” – ovvero la notte nella quale si dovrebbe restare vigili, non cedere alle braccia del sonno. Halloween, in italiano Ognissanti, non ha nulla a che vedere con le notti di poco gusto proposte dalla cinematografia hollywoodiana.

    Nella leggenda irlandese – esportata nella metà del 1800 negli Stati Uniti, quando a seguito di una terribile carestia molti irlandesi attraversarono l’Atlantico in cerca di fortuna – Jack O’Lantern, a cui è precluso sia il Paradiso poiché peccatore, sia l’Inferno per ripetute scommesse vinte a discapito del Diavolo, è costretto a vagare nel limbo oscuro con un tizzone donatogli da Satana e che ripara all’interno di una rapa che ha svuotato.

    Aldilà della leggenda va ribadito che Halloween ha un significato profondo e spirituale.

    Nelle antiche valli di Erin, l’attuale Irlanda, il tempo dei pastori era scandito dalle necessità del bestiame, il quale doveva essere riportato a valle prima che l’inverno, con il freddo e le sue tenebre, iniziasse.

    La fine dell’estate segnava la fine di un ciclo e l’inizio di uno nuovo. Il passaggio dall’estate all’inverno, simbolicamente dal vecchio al nuovo, era vissuto come qualcosa di magico e spirituale allo stesso tempo. “Samhain” significa appunto “summer’s end“, fine dell’estate, nota anche come Festa del Sole. In questo periodo, da una parte si ringraziavano il Sole e gli Dei per la loro generosità concretizzata in abbondanti raccolti, i quali permettevano sia alla comunità che al bestiame di superare il rigido inverno, dall’altra li si pregava per esorcizzare i pericoli che la nuova stagione poteva serbare.

    Alla vigilia del nuovo anno, ovvero il 31 Ottobre, secondo le credenze celtiche gli spiriti dei morti potevano unirsi al mondo dei viventi annullando temporaneamente le leggi del tempo e dello spazio. In questo modo, gli spiriti erranti dell’aldilà potevano vagare ancora una volta sulla Terra prima di entrare permanentemente nel Tir nan Oge, la dimora dell’eterna giovinezza e felicità.

    La morte era il tema predominante di questa festività, probabilmente perché oltre a segnare la fine di un ciclo, segnava per i vivi l’inizio di uno nuovo, mentre per i trapassati la loro destinazione. Nel corso della festività, tra balli e canti attorno al Fuoco Sacro, i celti cercavano con l’allegria di superare la paura della morte, passo obbligato per la rinascita dell’aspetto esteriore (natura) e di quello interiore (lo spirito umano) e da affrontare con coraggio e pienezza.

    Simbolico e significativo è il fatto che terminata la cerimonia del Fuoco Sacro, che si teneva in raduni nei boschi e sulle colline, ogni partecipante doveva ritornare alla propria dimora illuminando il proprio cammino con la lanterna accesa da quel Fuoco Sacro.

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Daily Sadhana del 31 Ottobre 2025

    Tutte le forme sono soggette al cambiamento. Ad esempio, un neonato al momento della nascita sarà di piccole dimensioni. Poi crescerà diventando un bambino, un ragazzo, un giovane ed infine un anziano. In tutte queste diverse fasi della vita, l’Atma è l’unica realtà. “Tutti sono uno, siate uguali con tutti“. Questa è la lezione che si deve cercare di apprendere.

    — Sri Sathya Sai Baba, 25 Ottobre 2004

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 31 Ottobre 2025

    Voi non potete vedere né afferrare l’aria che vi circonda. Ma potete forse dire che l’aria non esiste solo perché non potete vederla o afferrarla? L’aria c’è.

    Allo stesso modo, non potete negare l’esistenza del chaitanya (coscienza) solo perché non siete in grado di vederla o sperimentarla. La coscienza esiste. Essa è chiamata “essere“. L'”essere” non è altro che Sat, che è sempre presente, che non viene né va. Non c’è nulla come un venire o un andare per Sat. È un grande errore pensare che venga e vada.

    Le persone dicono: “Dio è venuto e mi ha dato il Darshan mentre meditavo“. Questo è un sentimento mondano. Da dove sarebbe venuto per darvi il Darshan? E dove sarebbe andato dopo avervelo concesso? Egli non è venuto da nessuna parte, né è andato in alcun luogo. Egli era semplicemente lì. Voi avete potuto vederLo perché il vostro cuore era puro. Non potete vederLo quando il vostro cuore è impuro. Ma Egli né viene né va.

    — Discorso Divino del 20 Giugno 1996


    Oggi ogni individuo dichiara che Dio è onnipresente. Ma nessuno si comporta come se avesse realizzato la verità di tale onnipresenza.

    Con Amore,
    Baba

  • Sri Sathya Sai Guru

    Buona compagnia e Satsang

    La “buona compagnia” non sempre va a braccetto con il termine sanscrito “satsang“. Sebbene le due compagnie possano apparire simili — entrambe implicano lo stare insieme ad altri in modo positivo — il loro significato e la loro finalità sono profondamente diversi.

    Con “buona compagnia” ci si riferisce, in senso generale, alla presenza di persone piacevoli, sincere o moralmente rette, con le quali è gradevole trascorrere del tempo. È un concetto umano e relazionale legato alla sfera etica, affettiva e sociale, poiché sostiene, conforta e stimola la crescita personale in un contesto di amicizia, rispetto e benevolenza reciproca. Questo tipo di compagnia rimane ancorato al mondano.

    Il satsang, invece, ha una connotazione spirituale. Non riguarda soltanto la bontà o la moralità degli individui, bensì la loro determinazione verso la Verità (sat). In un satsang non ci si riunisce meramente per condividere idee o sentimenti positivi, ma per contemplare la Realtà ultima, per trascendere l’ego e riconoscere quello che è eterno ed immutabile dal transitorio e mutabile. La compagnia del satsang è dunque “buona” non tanto per le qualità personali dei partecipanti, quanto perché è centrata sul mutuo sostegno ed aiuto lungo il cammino verso la Verità e sulla Consapevolezza. Avente carattere spirituale, i suoi aderenti sono impegnati nel trascendere il mondo fenomenico e l’ego.

    Delle due compagnie va apprezzato quello che le accomuna, e compreso quello che le contraddistingue. Entrambe condividano alcuni requisiti di base; ma, mentre la “buona compagnia” eleva il carattere, quella del “satsang” risveglia la coscienza della propria Realtà interiore.

    Dimenticando questa sottile ma sostanziale differenza, si rischia di scambiare la “compagnia dei buoni” per quella impegnata assiduamente nella ricerca di sé stessi. Il semplice riunirsi per trattare argomenti spirituali non costituisce necessariamente un satsang.

    Nel satsang lo stare bene insieme, condividere momenti piacevoli, sostenersi o scambiarsi opinioni, non è la finalità. Questi fanno da base al suo intento: la ricerca della Verità e della Consapevolezza. Nel satsang ci si riunisce non per intrattenersi, ma per rivolgere l’attenzione verso quello che è essenziale ed eterno, al di là delle esperienze personali.

    La qualità dell’ascolto gioca un ruolo cruciale. Di norma, in una normale compagnia si ascolta per comprendere, per rispondere o per dialogare. Nel satsang si ascolta con silenzio interiore, senza giudizio, reazione o relazione, lasciando che le parole risuonino dentro di sé. Si pratica un tipo di ascolto meditativo, non orientato al discorsivo. Questo non significa che nel satsang non ci sia dialogo.

    Le conversazioni del satsang, che dovrebbero caratterizzarsi per il tono contemplativo, si contraddistinguono poiché tendono ad essere rivolte all’essere, non all’io. Non si parla tanto di “me” e “voi“, o di “mio” e “vostro“, quanto della natura della mente, della realtà, del silenzio, della presenza. Ne consegue che non sono incentivate – ovvero, non incoraggiate, né a priori vietate – conversazioni personali, culturali o affettive. L’obiettivo del satsang è sacro e non deve essere alterato.

    Quest’ultimo punto merita un breve approfondimento. Poiché nella compagnia del satsang deve vigere lo spirito “uno per tutti e tutti per uno“, occasionalmente potrebbe accadere che la comunità si attivi per andare incontro alle esigenze di un proprio membro, al fine di aiutarlo a superare una difficoltà, o tentare di lenire un dolore. Pertanto, si accetterà un inconsueto moderato sfogo, in modo che quel membro possa trarne beneficio comprendendo le cause della sua situazione e si rimetta prontamente in cammino. Questi casi vanno intesi come eccezionali. La compagnia del satsang non è una compagnia dove andare a riversare i propri mali. Il satsang riunisce ricercatori che marcino uniti, ognuno con le proprie forze, verso la stessa Meta. Se, a volte, qualcuno inciampa, il senso di cameratismo impone che sia aiutato a rialzarsi, ma non che gli si debba insegnare a camminare.

    Di solito, dopo la frequentazione di una buona compagnia ci si sente ristorati, confortati e allegri. Dopo un satsang, se è autentico, si deve avvertire quiete, chiarezza e un senso di sereno distacco dalle preoccupazioni abituali. Tuttavia, non di rado, può accadere che si tardi a sperimentare tali benefici, poiché si è restii a rigettare alcune tendenze, abitudini o schemi mentali che, nel bene o nel male, ci hanno accompagnato, rassicurato e cullato per molto tempo; il vuoto causato dalla loro assenza potrebbe destabilizzarci. Si tratta di attaccamenti con cui ci dobbiamo misurare e prenderci il giusto tempo per smontarli senza abbacchiarci o desistere.

    Infine, a differenza della normale buona compagnia, in cui tutti sono su un piano paritario e lo scambio resta a livello umano, nella compagnia del satsang la presenza stabile ed autorevole di un Maestro, o dei Suoi Insegnamenti, sono il punto di riferimento per ascendere al Divino.

    Pertanto, se la buona compagnia nutre il cuore e le buone relazioni, quella del satsang espande la coscienza e rimuove gli ostacoli interiori. Entrambe sono preziose, ma quella del satsang richiede una propensione alla Verità e un ascolto silenzioso che trascende il semplice stare bene insieme e i mondani opposti di bene-male, mio-tuo, positivo-negativo, e via discorrendo.

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 30 Ottobre 2025

    Come potete concepire Dio, che è al di là del livello umano? Che cosa ama Dio? Che cosa si aspetta Dio? Come dovete comportarvi affinché siate accetti a Dio? Se desiderate possedere un potere che trascende il vostro livello, se desiderate avere una forza superiore a quella che possedete, dovete rifugiarvi in Dio, che è al di là di tutto.

    L’uomo può possedere immense ricchezze, grande potere e posizione. Ma maya (illusione) ha molto più potere di lui. Per vincere maya, l’uomo deve ricorrere all’aiuto di Dio, che ha un potere superiore a maya. Sugrīva cercò l’amicizia di Rama poiché Egli era più potente di Vali. Allo stesso modo, l’uomo deve cercare la potenza di Dio per poter vincere maya. Fino ad allora, maya fa danzare l’uomo al proprio ritmo.

    Maya può essere paragonata a una nartaki (danzatrice). Quando ottenete il pieno controllo su questa na-rta-ki, la vostra vita diventa un ki-rta-na (l’inverso della parola nartaki). Il canto del Nome Divino è il mezzo migliore per la liberazione dell’uomo nel Kali Yuga.

    — Discorso Divino del 26 Aprile 1993

    Quale penitenza di maggior auspicio ci può essere del far danzare costantemente il Nome Divino sulla vostra lingua?

    Con Amore,
    Baba

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Daily Sadhana del 29 Ottobre 2025

    Non siate mai vittime dell’illusione che Dio si trovi in qualche luogo lontano. Voi siete, in verità, Dio. La vostra stessa forma è divina. La vostra beatitudine è divina. La vostra reazione, riflessione e risonanza sono di natura divina. Non deviate mai dalla ferma fede che voi siete Dio. Contemplate sempre un solo aspetto: Io sono Brahman (Aham Brahmasmi).

    – Sri Sathya Sai Baba, 25 Ottobre 2004

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 29 Ottobre 2025

    Una vita senza Amore è sterile e arida. Qualunque siano le proprie difficoltà o i propri problemi, si dovrebbe cercare di aiutare gli altri nella misura del possibile. Il servizio disinteressato e amorevole verso il prossimo è la forma più elevata di sadhana. Esso rappresenta la vera devozione, o bhakti. Tale bhakti non è influenzata dalle avversità della sorte o dai mutamenti delle circostanze.

    Non si dovrebbe essere preoccupati soltanto del proprio benessere, della propria carriera e prosperità. Non è per il godimento dei possedimenti personali e delle comodità che l’uomo è nato. Egli ha uno scopo più grande da conseguire, qualcosa di più duraturo e permanente. È la realizzazione dell’unità con il Divino, la sola che possa donare una beatitudine duratura.

    Persino mentre si è impegnati nelle attività del mondo secolare si dovrebbe cercare di santificare ogni azione dedicandola al Divino.

    — Discorso Divino del 02 Febbraio 1985

    L’uomo è il prodotto della società, e il servizio alla società è il vero servizio a Dio.

    Con Amore,
    Baba

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Daily Sadhana del 28 Ottobre 2025

    In questa vita (samsara) state viaggiando lungo una strada di alti e bassi a bordo di un’auto (il vostro corpo). Riconoscete che Dio è la Persona al volante. Egli vi condurrà felicemente a destinazione. Abbiate fede in Dio e siate liberi dalla paura, dall’ansia e dall’agitazione. Abbandonatevi a Lui. La Grazia di Dio può salvarvi; la Sua saggezza può illuminarvi; il Suo potere può superare tutti i vostri ostacoli. La fede e l’abbandono sono manifestazioni della devozione. Esse possono garantire pace e gioia a voi e all’intera umanità.

    Sri Sathya Sai Baba, 03 Ottobre 1981

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 28 Ottobre 2025

    La Pace e la Beatitudine non si trovano negli oggetti esterni. Possedete tutti gli oggetti mondani necessari a soddisfare i vostri bisogni e a fornirvi ogni comodità e convenienza. Non è forse così? Se questi oggetti esterni potessero darvi Pace e Beatitudine, allora come mai non sperimentate Pace e Beatitudine, nonostante possediate tutto ciò? Allo stesso modo, tutte le persone a voi care vi sono accanto. Ma neanche esse vi danno Pace e Beatitudine.

    Dovete cercare di comprendere che la Beatitudine non si trova né nelle persone né negli oggetti materiali. La Beatitudine proviene soltanto dall’interno di voi stessi; voi stessi siete la fonte della Pace e della Beatitudine. Di conseguenza, non occorre che vi sforziate per cercarle qua e là. La Beatitudine non va cercata; deve manifestarsi dall’interno. Deve essere conosciuta e non cercata all’esterno. Tentate di conoscere questo principio eterno di Verità che è dentro di voi.

    Pensate che qualcuno o qualcun altro vi darà la Beatitudine. Ma questa è la vostra bhrama (illusione). Finché avete bhrama, non potete raggiungere Brahma (Dio). Pertanto, liberatevi di questa bhrama. Allora, Brahma si manifesterà dall’interno di voi. Dio non è diverso da voi. Voi e Dio siete uno.

    — Discorso Divino del 24 Giugno 1996

    Voi stessi siete l’incarnazione della Pace. Siete l’incarnazione della Verità. Siete l’incarnazione di Dio. Dovete cercare di conoscere questa Verità eterna e sacra.

    Con Amore,
    Baba

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 27 Ottobre 2025

    Al fine di allontanare le qualità malvagie dell’attaccamento, dell’odio e della gelosia, occorre sviluppare un Amore puro e disinteressato, privo di ego. Questo è il vero sentimento di devozione. Tutte le altre pratiche spirituali quali il culto, il japa (ripetizione di un Nome Divino) e la dhyana (meditazione) sono soltanto gradini per controllare l’irrequietezza della vostra mente.

    Quando desiderate salire sulla terrazza della vostra casa, usate una scala. La scala poggia a terra, mentre la sua estremità superiore è sostenuta dal muro. Il sostegno del terreno, all’estremità inferiore della scala, è la fede, e il sostegno del muro, all’estremità superiore, è l’Amore.

    Pertanto, con l’aiuto sia dell’Amore che della fede potrete raggiungere qualsiasi altezza. Senza questi due, non potrete salire affatto. È impossibile. Dovete avere il sostegno di entrambi. Dovete avere una profonda fede e Amore sacro. Quando sviluppate questi due, non v’è alcun bisogno di praticare japa e dhyana.

    — Discorso Divino del 20 Giugno 1996

    Qual è lo scopo del Japa e della Dhyana? Soltanto quello di acquisire Amore e fede.

    Con Amore,
    Baba

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 26 Ottobre 2025

    La devozione e la fede assicurano il dono della conoscenza dello Spirito, il grande premio per l’avventura della nascita, della vita e della morte. Quando la mente sposa pravritti (attività mondana), il risultato è la schiavitù; quando si unisce alla nivritti (rinuncia spirituale), il risultato è la libertà.

    La nivritti conferisce temerarietà, anche quando ne accettate solo una piccola parte. Essa conferisce forza e coraggio, poiché è il desiderio che indebolisce l’uomo e lo fa strisciare davanti a coloro che hanno autorità e influenza. Il distacco vi dona rispetto di voi stessi e la capacità di resistere alla diffamazione e alla calunnia. Vi sono alcuni che piangono al minimo segno di sconfitta o di disappunti. Questo è un comportamento deplorevole.

    Perché dovreste provare paura o dispiacere avendo il Signore installato sull’altare del vostro cuore? Non sapete forse che Egli è lì a proteggervi e a guidarvi? Egli risiede in tutti gli esseri, in ogni momento. Sforzatevi di ricordare questo fatto, qualunque cosa possiate fare, chiunque possiate incontrare, in qualunque modo. Riuscirete in questo, a condizione che non abbandoniate la recitazione del Suo Nome.

    — Discorso Divino del 24 ottobre 1965

    Siate certi che il Nome di Dio è la barca che vi condurrà attraverso il mare della vita mondana.

    Con Amore,
    Baba

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Pensiero del Giorno del 25 Ottobre 2025

    La società odierna è tormentata dalla gelosia e dall’odio. La gelosia è una malattia che dà origine all’odio. Sviluppate la tolleranza e la benevolenza. Questa è la cura per la gelosia.

    Ho spesso dichiarato: “La Mia vita è il Mio Messaggio“. Spesso, molti Mi hanno lodato o Mi hanno denigrato. Non Mi esalto per le lodi, né Mi rattristo per le critiche. Tratto ogni cosa allo stesso modo. Samatwam yogam uchyatel’equanimità è yoga. Che cosa perdo quando qualcuno Mi critica? Quella è la sua opinione. Non Mi riguarda.

    Coloro che criticano Baba soffrono di una malattia come coloro che rifiutano un dolce perché affetti da diabete. La colpa non è del dolce, bensì della persona che non è in grado di gustarlo. Sanno che Baba è impegnato in attività benefiche, e Lo vogliono. Ma poiché alcuni dei loro interessi egoistici non vengono assecondati, si rivoltano contro Swami. Questa è una malattia. Quando vedrete i fatti sotto questa luce, realizzerete la verità. Oggi dovete coltivare una serena equanimità che vi elevi al di sopra di queste quisquilie.

    — Discorso Divino del 18 Novembre 1995

    Il “bene” deve essere amato mentre il “male” va respinto. Ricordate: il male non va odiato. Deve essere abbandonato, evitato.

    Con Amore,
    Baba

  • Sri Sathya Sai Guru

    Johann Strauss II

    Johann Strauss, il Re dei Valzer, è chiaramente una brava persona. Parla solo tedesco, ma sorride in tutte le lingue” – dalla stampa di Boston (1872).

    Il 25 Ottobre 1825 nasceva a Vienna il Re dei Valzer, Johann Strauss II. Oggi, nel giorno del bicentenario della sua nascita, lo ricordiamo con il podcast del 2023 della serie “Sentieri Riflessivi“.

    Fu musicista, compositore e direttore d’orchestra viennese. Lo riproponiamo perché la sua vita può ispirare diverse riflessioni in merito al sano patriottismo, al portare onore alla propria Madrepatria, all’amore verso tutta l’umanità, a intraprendere azioni con spirito critico, svincolato e abnegazione. Temi questi presenti in moltissimi Discorsi Divini di Bhagawan.

    Il Potere del suo lascito

    Il 12 Marzo del 1938, l’Austria, con l’annessione alla Germania, diventa una provincia del Terzo Reich. In quel momento drammatico per gli austriaci e l’inizio della Seconda Guerra Mondiale (siamo negli ultimi mesi del 1939 e a 40 anni dalla dipartita del Re dei Valzer), allo scopo di tenere alto sia il morale degli austriaci, che sostenere il loro spirito patriottico, il direttore d’orchestra della Filarmonica di Vienna – Clemens Krauss – di propria iniziativa organizzò un concerto interamente dedicato alla produzione di Johann Strauss Figlio. Questo concerto si tenne il 31 Dicembre 1939 e raggiunse pienamente gli scopi.
    Da questo contesto nacque il famoso Concerto di Capodanno.

    Il regime nazista, per questioni politiche e ideologiche, l’anno successivo (il 1940) lo impedì. Tuttavia dovette ripiegare e dal 01 Gennaio del 1941 riprese con ininterrotta regolarità. Attualmente, si stima che sia seguito da circa 3 miliardi di persone.

    Emile Zola in una intervista successiva alla dipartita del Re dei Valzer affermò:
    Strauss ha mostrato come il mondo può essere bello, io invece ho scritto come il mondo può essere brutto.

    Sai Baba afferma che al vero devoto di Dio brillano gli occhi. A tale proposito riportiamo la testimonianza di Mark Twain – famoso scrittore americano:
    Nei miei viaggi ho conosciuto e visto moltissime persone. A nessuna brillavano gli occhi quanto a Johann Strauss e a Nikola Tesla. Sono felice di aver avuto il privilegio di conoscerli entrambi.

  • Sathya Sai - Pensiero del Giorno [Official]

    Daily Sadhana del 24 Ottobre 2025

    La qualità più importante è la purezza. Oggi tutto è inquinato. L’acqua, l’aria e tutti e cinque gli elementi sono contaminati. Di conseguenza, anche la mente dell’individuo è contaminata.

    Come si può conseguire la purezza?

    Colmate le vostre menti di pensieri rivolti a Dio, dedicate tutte le vostre azioni a Dio e considerate Dio come il Motivatore interiore.

    — Sri Sathya Sai Baba, 23 Novembre 1993